a
a
Il verbo
La grammatica ha
tradizionalmente riconosciuto al nome e, ancor più, al verbo un ruolo
fondamentale nel meccanismo della frase. Nel Discorso o dialogo intorno alla
nostra lingua, attribuito a Niccolò Machiavelli, il verbo è definito «catena
e nervo della lingua»: infatti il verbo è il centro sintattico della frase,
attorno al quale si organizzano i diversi elementi che la compongono. Questa
caratteristica deriva da alcune proprietà del verbo, quali:
il modo,
che indica una particolare disposizione del parlante: certezza (viene,
modo indicativo), possibilità (« credo che venga », modo congiuntivo),
desiderio (verrei, modo condizionale), comando (vieni!, modo
imperativo);
il tempo,
che precisa la relazione cronologica tra il momento in cui si parla e il momento
in cui si verifica il fatto del quale si parla: tale relazione può essere di
contemporaneità (viene, tempo presente), di anteriorità (venne,
tempo passato), di posteriorità (verrà, tempo futuro);
la persona,
che specifica a quale individuo, tra quelli coinvolti direttamente o
indirettamente nel discorso, il verbo fa riferimento: la prima persona designa
il parlante (io), la seconda persona designa l´ascoltatore (tu),
la terza persona designa qualsiasi altro individuo, presente o assente (egli/esso,
o anche qualcuno, qualcosa, Luigi, il cane, la strada ecc.);
la
transitività o intransitività, secondo che il verbo possa avere o no
un complemento oggetto; spesso un medesimo verbo può essere usato
intransitivamente (vivere con i familiari) o transitivamente (vivere
lo sport o, con l´”oggetto interno”, vivere la vita);
la forma
attiva o passiva, secondo che l´”agente” del verbo sia o non sia il
soggetto della frase: il bambino lancia un sasso (forma attiva, perché
l´”agente” del verbo è il bambino, soggetto della frase) / un sasso è
lanciato dal bambino (forma passiva, perché l´”agente” del verbo non è il
soggetto un sasso, ma il complemento dal bambino).
Un´altra
caratteristica del verbo è l´aspetto, che fornisce indicazioni sulla
durata, sul tipo di svolgimento, sul grado di compiutezza del processo espresso
dal verbo. È una tipica differenza di aspetto quella tra azione durativa,
che può essere rappresentata, per il passato, con l´imperfetto (leggevo),
e azione momentanea, che può essere rappresentata con il presente, con il
passato prossimo o remoto, con il futuro (leggo, ho letto, lessi, leggerò).
L´azione durativa si può inoltre esprimere con una perifrasi verbale (sto
uscendo, stavo uscendo); e con una perifrasi verbale si può esprimere l´azione
ingressiva (sto per uscire, sono sul punto di uscire). Segnalano un
aspetto dell´azione anche certi suffissi, come –icchiare o –erellare,
con i quali si indica l´intermittenza, l´assenza di continuità:
cantare –> canticchiare, canterellare; dormire --> dormicchiare; giocare -->
giocherellare; saltare --> salterellare.
[La nostra lingua
non possiede un “sistema dell´aspetto” ben articolato e reso con mezzi
grammaticali (come accade, per esempio, nella lingua russa).]
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1. Verbi
predicativi e copulativi
Secondo il loro
significato e la loro funzione nella frase i verbi vengono solitamente suddivisi
in due grandi categorie: i verbi predicativi e i verbi copulativi.
I verbi
predicativi hanno un significato compiuto e possono essere usati anche da
soli: piove; Remo corre; lo studente legge (un libro).
I verbi
copulativi servono a collegare il soggetto a un nome o un aggettivo e hanno
quindi una funzione analoga a quella del verbo essere, che come sappiamo
si chiama copula; verbi copulativi sono sembrare, divenire,
riuscire,risultare, stare, rimanere, apparire, crescere, nascere, vivere, morire
ecc.: la situazione sembra tranquilla; il cielo diventa nuvoloso; Mario
non riesce simpatico(ma nella frase Mario non riesce nello studio il
verbo riuscire è predicativo, non copulativo).
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2. Verbi
transitivi e intransitivi
Si chiamano
transitivi (dal latino transire “passare”) i verbi che possono aver
un complemento oggetto.
In una frase come
Marco legge un libro l´oggetto del leggere è esplicitamente
indicato: si tratta di un libro. Non sempre però i verbi transitivi, per
avere senso compiuto, devono essere seguiti da un complemento oggetto; spesso
questo risulta, per così dire, “cancellato”:
Marco legge
un libro
In tal caso il
verbo transitivo viene usato in forma assoluta, senza complemento oggetto, ma
continua a rimanere transitivo. Nella nuova frase (Marco legge) viene
messa in evidenza l´azione in sé e per sé che il soggetto compie, mentre manca
l´oggetto determinato; è implicito, tuttavia, che un oggetto esiste anche se
non espresso, in quanto l´azione di leggere non si può concepire se non in
rapporto a qualcosa che sia oggetto della lettura.
Sono
intransitivi i verbi che non possono avere un complemento oggetto:
l´uomo
impallidì; i campi biondeggiano; Giovanni è partito; siamo finalmente arrivati;
io esco; Teresa dorme.
Nel primo e nel
secondo esempio i verbi (impallidire, biondeggiare) indicano uno stato;
negli altri tre i verbi (partire, arrivare, uscire) indicano un´azione.
Si tratta comunque di uno stato e di un´azione che si esauriscono nel soggetto,
tant´è vero che non sono nemmeno seguiti da un complemento. Anche se il
complemento ci fosse, servirebbe solo a precisare alcune circostanze dello stato
e dell´azione ma non potrebbe mai essere un complemento oggetto: l´uomo
impallidì per lo spavento; i campi biondeggiano di spighe; Giovanni è partito in
tutta fretta; siamo finalmente arrivati a casa; io esco con i miei amici; Teresa
dorme tutto il pomeriggio.
Si noti la
differenza tra Teresa dorme tutto il pomeriggio e Teresa mangia tutto il
panino; in quest´ultima frase si ha un verbo transitivo (mangia)
seguito da un complemento oggetto (tutto il panino), mentre nella frase
precedente si ha un verbo intransitivo (dorme) seguito da un complemento
di tempo senza preposizione (tutto il pomerigio).
Sono intransitivi
anche i verbi come aderire, giovare, rinunciare ecc., che hanno un
“oggetto”, espresso però da un complemento indiretto: aderisco
all´iniziativa; la ginnastica giova al fisico; non rinunciare a ciò che ti
spetta.
Verbi normalmente
intransitivi diventano transitivi quando vengono seguiti dal cosiddetto
“complemento oggetto interno”, che è rappresentato da un sostantivo che ha la
stessa base del verbo: morire una morte gloriosa, vivere una vita felice,
parlare parole chiare; si considerano casi di complemento oggetto interno
anche: piangere lacrime amare, dormire sonni tranquilli e simili, dove
tra verbo e oggetto intercorre un rapporto semantico particolarmente stretto.
Alcuni verbi
possono essere transitivi oppure intransitivi, cambiando di significato:
aspirare il fumo e aspirare a una carica; attendere un amico e
attendere a un lavoro.
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3. Forma
attiva e passiva
Il verbo, secondo
la relazione che stabilisce con soggetto, può essere attivo o passivo.
Nella forma
attiva il soggetto del verbo è l´”agente” della frase:
i turisti
ammiravano il paesaggio; Luigi studia; mio padre è andato a Roma; la bambina
arrossì; il gatto miagola; il cane dormiva placidamente; i prati verdeggiavano.
Come risulta da
questi esempi, tutti i verbi, transitivi e intransitivi, hanno la forma attiva.
Nella forma
passiva, invece, il vero “agente” della frase è non il soggetto, ma il
complemento, che si chiama infatti complemento d´agente:
FORMA
ATTIVA |
|
la polizia
(soggetto) |
|
insegue
(voce verbale attiva) |
|
i ladri
(compl. oggetto) |
|
|
3
2 |
|
1
1 |
|
2
3 |
FORMA
PASSIVA |
|
i ladri
(soggetto) |
|
sono inseguiti
(voce verbale passiva) |
|
dalla polizia
(compl. d´agente) |
In Italiano la
voce passiva è caratterizzata dall´ausiliare essere, seguito dal
participio passato del verbo. Quest´ultimo dev´essere necessariamente
transitivo:
infatti
possono trasformarsi in passivi solo i verbi transitivi con il complemento
oggetto espresso, perché è proprio questo che nella forma passiva diventa
soggetto. Il soggetto della frase attiva diventa invece nella frase passiva un
complemento introdotto dalla preposizione da: il complemento d´agente
(quando l´”agente” è inanimato, prende il nome di causa efficiente). Si
può avere la forma passiva anche senza che il complemento d´agente (o di causa
efficiente) sia specificato: l´orologio è stato riparato; i tuoi consigli non
furono seguiti; il vincitore sarà premiato.
Il significato di
una frase di forma attiva è sostanzialmente identico a quello della
corrispondente frase di forma passiva. Per esempio, le due frasi la polizia
insegue i ladri e i ladri sono inseguiti dalla polizia vogliono dire la
stessa cosa: in entrambe c´è sempre un solo inseguitore (la polizia) e un
solo inseguito (i ladri); non cambiano i ruoli svolti dai protagonisti
dell´azione, ma solo i rapporti grammaticali con cui vengono espressi. La
moderna scienza linguistica ci dice che tale cambiamento investe la struttura
superficiale e non la struttura profonda della frase. Ragionando in
termini di pura grammatica, le cose stanno senz´altro in questo modo; tuttavia
osserveremo che la variazione ci porta a considerare lo stesso fatto sotto un
diverso punto di vista: il punto di vista dei poliziotti e quello dei ladri, il
punto di vista di chi «insegue» (forma attiva) e quello di chi invece «è
inseguito» (forma passiva).
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4. Forma
riflessiva (propria, apparente, reciproca)
Si dice
riflessiva ogni costruzione in cui il soggetto e l´oggetto coincidono;
il fatto espresso dal verbo riflessivo “si riflette”, appunto, sul soggetto
stesso:
io mi lavo; tu
ti pettini; Luciano si veste.
Nelle tre frasi
ora citate, il soggetto e l´oggetto sono la stessa persona; infatti io mi
lavo equivale a “io lavo me stesso”, tu ti pettini equivale a “tu
pettini te stesso”.
Possono essere
usati come riflessivi soltanto alcuni verbi transitivi; l´oggetto del verbo
riflessivo è sempre costituito dai pronomi personali atoni mi, ti, si, ci,
vi.
Quando le
particelle mi, ti, si, ci, vi svolgono la funzione non di complemento
oggetto, ma di complemento di termine, non si ha forma riflessiva vera e
propria. Per esempio, nella frase io mi lavo le mani la particella mi
non significa “me” (come nella frase io mi lavo) ma “a me”, e il soggetto
(io) non coincide con il complemento oggetto (le mani). Si ha in
questo caso la forma riflessiva apparente (o transitiva pronominale),
detta così perché nell´aspetto esterno è uguale a una forma riflessiva, ma nella
sostanza equivale a una forma transitiva con il complemento oggetto e con un
complemento di termine espresso da un pronome personale atono. Ecco qualche
altro esempio di riflessivo apparente:
io mi taglio
le unghie; tu ti pettinavi i capelli; Carlo si preparava la cena.
In particolari
condizioni, il verbo riflessivo può esprimere una reciprocità d´azione, un
rapporto scambievole; si parla in tal caso di forma riflessiva reciproca:
Mario e Paolo
si odiano; i due amici si abbracciarono; invece di andare d´accordo,
s´accapigliano; si guardavano in cagnesco; si amano alla follia.
Ognuna di queste
proposizioni corrisponde in pratica ad almeno due proposizioni coordinate non
riflessive; ad esempio Mario e Paolo si odiano equivale a “Mario odia
Paolo e Paolo odia Mario”. Da questo punto di vista il soggetto e l´oggetto
dell´”odiare” non coincidono; eppure la forma riflessiva reciproca non si
distingue grammaticalmente dalla forma riflessiva pura e semplice: è evidente
infatti che i due soggetti della frase sono al tempo stesso oggetti, sia pure
l´uno rispetto all´altro.
Si noti che una
frase come essi si criticano può significare sia “essi criticano se
stessi, compiono un´autocritica” sia “essi si criticano a vicenda, l´uno critica
l´altro e viceversa”: nel primo caso il verbo e riflessivo, nel secondo è
riflessivo reciproco. Perché appaia chiaramente il valore reciproco e non
risulti ambiguo il senso (di) voi, tra (di) loro, l´un
l´altro, gli uni con gli altri, a vicenda, vicendevolmente, scambievolmente,
reciprocamente e simili.
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5. Forma
intransitiva pronominale
La forma
pronominale è caratteristica di alcuni verbi, detti intransitivi pronominali,
che nella coniugazione non si differenziano dai verbi riflessivi, in quanto sono
preceduti dalle stesse particelle pronominali atone, ma che per il resto hanno
tutte le caratteristiche dei verbi intransitivi.
I verbi
intransitivi pronominali sono verbi intransitivi (quindi non riflessivi)
preceduti nella coniugazione dalle particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi.
Se nella frase
io mi vergogno di ciò che ho fatto proviamo a sostituire la particella mi
prima con me stesso (complemento oggetto) e poi con a me stesso
(complemento di termine), avremo io vergogno me stesso di ciò che ho fatto
e io vergogno a me stesso di ciò che ho fatto. Entrambe le frasi
ottenute sono grammaticalmente inaccettabili in italiano (sono cioè
“agrammaticali”); questo ci dice che il mi dell´esempio non è riflessivo,
non svolge una funzione specifica e non ha un significato ben definito, ma
semplicemente fa parte in modo indissolubile del verbo ed è necessario per la
sua coniugazione. Non esiste una forma vergogno e quindi nemmeno un verbo
vergognare; esiste invece un verbo intransitivo pronominale
vergognarsi, che alla prima persona singolare del presente indicativo fa,
appunto, mi vergogno.
Rientrano nel
numero degli intransitivi pronominali:
- alcuni verbi
che hanno solo la forma pronominale, e non si possono quindi adoperare senza le
particelle mi, ti, si, ci, vi, le quali costituiscono un tutto unico con
il verbo: accorgersi, arrendersi, avvalersi, imbattersi, impadronirsi,
lagnarsi, pentirsi, ribellarsi, vergognarsi ecc. Per non confondere questi
verbi con i verbi riflessivi, è sufficiente togliere loro la particella
pronominale: se non si ottiene una voce verbale compresa nel lessico italiano,
si è sicuramente di fronte a un verbo intransitivo pronominale;
- alcuni verbi
transitivi che, coniugati con le particelle pronominali, assumono valore
intransitivo: abbattersi, accostarsi, addormentarsi, allontanarsi, alzarsi,
annoiarsi, avviarsi, avvicinarsi, demoralizzarsi, destarsi, fermarsi, guastarsi,
invogliarsi, irritarsi, muoversi, offendersi, rattristarsi, scoraggiarsi,
spaventarsi, stancarsi, svegliarsi, trattenersi ecc. Proviamo a interpretare
qualche verbo tra quelli citati come se fosse riflessivo: avremmo
rattristarsi = “rattristare se stesso” spaventarsi = “spaventare se
stesso”; ma in realtà il significato di rattristarsi è “diventare triste”
e quello di spaventarsi è “essere preso da spavento”. Si tratta, in altre
parole, di verbi intransitivi pronominali la cui forma transitiva corrispondente
ha un senso diverso e non può essere trasformata in riflessiva;
- alcuni verbi
intransitivi che si usano anche con la particella pronominale: ammuffirsi,
approfittarsi, creparsi, dispiacersi, imbronciarsi, impuntarsi, rabbuiarsi,
sedersi ecc. Riconoscere il carattere pronominale e non riflessivo di questi
verbi è semplice, dal momento che i verbi intransitivi, come sappiamo, non
possono avere la forma riflessiva.
Nella lingua
parlata e spesso anche in quella scritta, per esprimere una disposizione
effettiva o dare maggiore intensità al discorso, si usano con i verbi transitivi
le particelle mi, ti ecc. e con i verbi intransitivi le particelle
accoppiate me ne, te ne ecc.: io mi fumo una sigaretta, e tu?;
beviamoci un bicchiere di vino; se ne andò via sbattendo la porta; perché ve ne
state li tutti soli?
Si faccia
attenzione al diverso valore che assume la particella pronominale in frasi come:
(1) io mi
guardo nello specchio
(2) io mi
guardo il viso nello specchio
(3) io mi
guardo un bel film.
Nel caso (1)
abbiamo un chiaro esempio di forma riflessiva: il soggetto (io) coincide
con il complemento oggetto (mi = “me stesso”), La frase (2) ci offre
invece un esempio di verbo riflessivo apparente (o transitivo pronominale): il
soggetto (io) è diverso dall´oggetto (il viso); il mi ha
funzione di complemento di termine (“a me”) ed è necessario per determinare di
chi sia il viso che guardo nello specchio (potrei anche guardare il viso di un
altro). Nel caso (3), infine, il mi serve soltanto a indicare una più
viva partecipazione del soggetto a ciò che viene detto con il verbo: ha una
funzione rafforzativa ed espressiva.
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6. Modo,
tempo, persona, numero del verbo
Il verbo possiede
un organico e complesso sistema di forme per esprimer le categorie del modo,
del tempo, della persona, del numero: tale sistema prende
il nome di coniugazione.
nella
terminologia grammaticale si sono affermate due parole diverse per designare due
concetti simili: la coniugazione, o flessione verbale, e la
declinazione, o flessione nominale. Una base o radice verbale (per esempio
scriv-) si coniuga, cioè “si congiunge” a determinati suffissi (-o,
-i ecc.) che indicano il modo, il tempo, la persona, il numero del verbo (scrivo,
scrivi ecc.); mentre una base o radice nominale (per esempio il latino
ros-) si declina, cioè “si piega” ad esprimere varie funzioni
attraverso i suffissi dei vari casi: il nominativo (-a: rosa “la
rosa”, soggetto), il genitivo (-ae: rosae “della rosa”, complemento di
specificazione) ecc.
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6.1. Il
Modo
Il parlante
può presentare il fatto espresso dal verbo in diversi modi, ciascuno dei
quali indica un diverso punto di vista, un diverso atteggiamento psicologico, un
diverso rapporto comunicativo con chi ascolta: certezza, possibilità, desiderio,
comando ecc.
Talvolta, poi,
l´uso di un determinato modo può dipendere anche da ragioni stilistiche, da una
scelta di “registro” o di livello linguistico: così, per esempio, nelle
subordinate rette da verbi di giudizio l´indicativo (mi pare che ha ragione)
corrisponde a un livello d´espressione più popolare rispetto al congiuntivo (mi
pare che abbia ragione).
In italiano
disponiamo di sette modi verbali:
- quattro modi
finiti: indicativo (io amo), congiuntivo (che io ami),
condizionale (io amerei), imperativo (ama!);
- tre modi
indefiniti: infinito (amare), participio (amante), gerundio (amando).
Mentre i modi
finiti determinano il tempo, la persona e il numero, i modi indefiniti non
determinano la persona e, tranne il participio, nemmeno il numero.
L´infinito, il
participio e il gerundio sono anche detti “forme nominali del verbo”, perché
vengono usati spesso in funzione di sostantivo e di aggettivo: abbiamo già
citato il participio presente amante, cui si può aggiungere il participio
passato la (donna) amata; e si pensi ancora a infiniti
quali l ´essere, il dare e l´avere, l´imbrunire, o a gerundi diventati
nomi, quali laureando e riverendo.
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6.2.
Il tempo
Il tempo
indica qual è il rapporto cronologico che intercorre tra l´azione o lo stato
espressi dal verbo e la persona che parla o scrive.
Tale rapporto può essere di:
-
contemporaneità, quando il fatto avviene nel momento in cui si parla:
Daniele canta;
- anteriorità,
quando il fatto avviene in un momento anteriore a quello in cui si parla:
Daniele cantava (ha cantato, cantò);
- posteriorità,
quando il fatto avviene in un momento posteriore a quello in cui si parla:
Daniele canterà.
Il tempo che
esprime la contemporaneità è il presente; il tempo che esprime
l´anteriorità è il passato, variamente articolato nell´indicativo
(imperfetto, passato prossimo e remoto, trapassato prossimo e remoto) e nel
congiuntivo (imperfetto, passato, trapassato); il tempo che esprime la
posteriorità è il futuro, suddiviso nell´indicativo in futuro semplice e
futuro anteriore.
Sotto l´aspetto
formale i tempi si distinguono in semplici, quando le forme verbali di
cui sono costituiti consistono in una sola parola (amo, temevo, arrivò,
partirà), e in composti, quando le forme verbali risultano
dall´unione del participio passato del verbo con una voce dell´ausiliare
essere o avere (ho amato, avevo temuto, fu arrivato, sarà partito).
Diamo ora un
quadro generale dei modi e dei tempi in italiano:
|
Presente |
Passato |
Futuro |
indicativo |
presente |
imperfetto
passato
prossimo
passato
remoto
trapassato
prossimo
|
futuro
semplice
futuro
anteriore |
congiuntivo |
presente |
imperfetto
passato
trapassato
|
|
condizionale |
presente |
passato
|
|
imperativo |
presente
|
|
futuro |
infinito |
presente |
passato
|
|
participio |
presente |
passato
|
|
gerundio |
presente |
passato
|
|
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6.3
La persona e il numero
Ciascun tempo
di qualsiasi modo finito è costituito da sei forme o voci verbali:
la prima,
seconda e terza persona singolare; la prima, seconda e terza persona plurale
(solo l´imperativo non ha la prima persona singolare).
Le persone del
verbo variano in relazione al soggetto: la prima persona si ha quando il
soggetto (espresso o sottinteso) è io per il singolare e noi per
il plurale; la seconda persona si ha quando il soggetto è tu per il
singolare e voi per il plurale; la terza persona si ha quando il soggetto
è egli per il singolare ed essi per il plurale. Naturalmente
egli ed essi devono essere intesi come modelli per qualsiasi altro
soggetto di terza persona (lui, Giuseppe, Lucia, il padre, la ragazza, loro,
i cani, i fiumi, le automobili, ecc.).
La voce verbale è
in grado di segnalare da sola la persona e il numero del soggetto:
prima |
pers. |
sing. |
(io) |
am-o |
seconda |
pers. |
sing. |
(tu) |
am-i |
terza |
pers. |
sing. |
(egli) |
am-a |
prima |
pers. |
plur. |
(noi) |
am-iamo |
seconda |
pers. |
plur. |
(voi) |
am-ate |
terza |
pers. |
plur. |
(essi) |
am-ano |
Se, per esempio,
la forma verbale è ama, la desinenza –a ci dà due fondamentali
informazioni sul soggetto del verbo:
1.
la prima informazione riguarda il “numero” del soggetto, se cioè questo sia
singolare o plurale; nel caso specifico di ama, il numero è singolare;
2.
la seconda informazione riguarda la “persona” del soggetto, se cioè questo sia
chi parla (prima persona), chi ascolta (seconda persona) oppure qualcuno o
qualcosa di cui si parla (terza persona); sempre nel caso specifico di ama,
la persona è terza.
Quanto si è ora
detto vale esclusivamente per le voci verbali dei tempi di modo finito; nei modi
indefiniti non si hanno variazioni secondo la persona e il numero. Solo il
participio presente e il participio passato, che si comportano come gli
aggettivi, determinano il numero (il participio passato determina anche il
genere:
amante,
amanti; amato, amata, amati, amate.
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7.
Coniugazione del Verbo
Si distinguono
tre coniugazioni verbali:
1.
la prima coniugazione comprende i
verbi che all´infinito escono in –are:
contare,
guardare, lodare, pensare
ecc.;
2.
la seconda coniugazione comprende i
verbi dhe all´infinito escono in –ere:
credere,
leggere, temere, vedere
ecc.;
3.
la terza coniugazione comprende i
verbi che all´infinito escono in –ire:
agire, ferire,
offrire, sentire ecc.
I verbi della
prima coniugazione sono di gran lunga i più numerosi e tendono a incrementarsi
ulteriormente attraverso nuove coniazioni.
In ogni verbo
abbiamo:
- un elemento
costante, detto radice: cont- in contare, cred- in
credere, ag- in agire;
- una vocale
tematica che caratterizza la coniugazione: prima coniugazione –a- (cont-a-re);
seconda coniugazione –e- (cred-e-re); terza coniugazione –i-
(ag-i-re);
- un´ultima parte
morfologica, variabile, che consente di individuare il modo, il tempo, la
persona e il numero: -re per l´infinito, ad esempio, oppure –vo
per la prima persona singolare dell´imperfetto indicativo (canta-vo,
crede-vo, agi-vo).
La radice e la
vocale tematica formano insieme il tema di un verbo (per cui conta-
è il tema di contare, crede- di creder, agi- di agire);
mentre tutto ciò che segue la radice viene comunemente chiamato desinenza
(-are, -ere, -ire, sono quindi le desinenze dell´infinito; -avo, -evo,
-ivo sono le desinenze della prima persona singolare dell´imperfetto
indicativo, ecc.).
In alcune forme
manca la vocale tematica; ciò accade, per esempio, nella prima persona
dell´indicativo presente: così in cont-o non c´è la –a- della
prima coniugazione, in cred-o non c´è la –e- della seconda
coniugazione, in offr-o non c´è la –i- della terza coniugazione
(che si ritrova invece in ag-i-sco o in fer-i-sco).
All´intorno della
desinenza si può distinguere ancora, in certe voci verbali, una parte che
caratterizza il tempo e una parte che caratterizza la persona; in cont-a-v-o,
cred-e-v-o, ag-i-v-o, per esempio, abbiamo: una radice (cont-, cred-, ag-);
una vocale tematica (-a-, -e-, -i-); una caratteristica temporale –v-
dell´imperfetto indicativo, comune a tutt´e tre le coniugazioni; una
caratteristica della persona –o, anche questa comune alle tre
coniugazioni. Nel verbo l´accento può cadere sulla radice o sulla desinenza: le
voci verbali si dicono di “forma forte” quando l´accento cade sulla radice (àm-o,
àm-i, àm-a, àm-ano), di “forma debole” quando invece cade sulla desinenza (am-iàmo,
am-àte, am-erò, am-àvo, am-ài).
top
I tempi composti
di tutti i verbi si formano con l´ausilio dei verbi essere e avere,
detti appunto per questo ausiliari; il verbo di cui si vuol formare il
tempo composto si unisce all´ausiliare nella forma del participio passato: ho
fatto, è venuto.
Essere
è l´ausiliare caratteristico per i tempi composti dei verbi riflessivi e
pronominali, dei verbi impersonali e di parecchi intransitivi; inoltre serve per
tutti i tempi della coniugazione passiva: mi sono lavato (riflessivo);
si è pentito (pronominale); si è lavorato molto (impersonale);
sono partiti (intransitivi); è stato bocciato (passivo).
Avere
è l´ausiliare caratteristico per i tempi composti di tutti i verbi transitivi
attivi e di vari intransitivi: ho mangiato(transitivo); ho parlato
(intransitivo). Come si vede, alcuni verbi intransitivi vogliono l´ausiliare
essere, altri l´ausiliare avere; non esiste una regola che permetta
di stabilire quale ausiliare debba essere usato con ciascun verbo: nei casi di
dubbio si consulti un dizionario.
In modo del tutto
particolare si comportano nell´assunzione dell´ausiliare i verbi dovere,
potere, volere, che sono detti servili perché di solito reggono un
altro verbo di modo infinito. Usati come verbi a sé stanti, prendono l´ausiliare
avere: gli ho voluto molto bene. Quando invece hanno funzione di
verbi servili, assumono di regola l´ausiliare richiesto dal verbo che
accompagnano: ho dovuto studiare; sono voluto partire (ma è piuttosto
diffuso anche il tipo ho voluto partire).
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7.1
Coniugazione dei verbi « essere » e « avere »
Diamo innanzi
tutto la coniugazione completa dei verbi essere e avere,
necessaria per poter coniugare tutti gli altri verbi.
Coniugazione
di « essere »
INDICATIVO
presente |
|
|
passato |
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
sono |
|
io |
sono stato |
tu |
sei |
|
tu |
sei stato |
egli |
è |
|
egli |
è stato |
noi |
siamo |
|
noi |
siamo stato |
voi |
siete |
|
voi |
siete stato |
essi |
sono |
|
essi |
sono stati |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato
|
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
ero |
|
io |
ero stato |
tu |
eri |
|
tu |
eri stato |
egli |
era |
|
egli |
era stato |
noi |
eravamo |
|
noi |
eravamo stati |
voi |
eravate |
|
voi |
eravate stati |
essi |
èrano |
|
essi |
erano stati |
|
|
|
|
|
passato |
remoto |
|
trapassato |
remoto |
|
|
|
|
|
io |
fui |
|
io |
fui stato |
tu |
fosti |
|
tu |
fosti stato |
egli |
fu |
|
egli |
fu stato |
noi |
fummo |
|
noi |
fummo stati |
voi |
foste |
|
voi |
foste stati |
essi |
fùrono |
|
essi |
furono stati |
|
|
|
|
|
futuro |
semplice |
|
futuro |
anteriore |
|
|
|
|
|
io |
sarò |
|
io |
sarò stato |
tu |
sarai |
|
tu |
sarai stato |
egli |
sarà |
|
egli |
sarà stato |
noi |
saremo |
|
noi |
saremo stati |
voi |
sarete |
|
voi |
sarete stati |
essi |
saranno |
|
essi |
saranno stati
|
top
CONGIUNTIVO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
che io |
sia |
|
che io |
sia stato |
che tu |
sia |
|
che tu |
sia stato |
che egli |
sia |
|
che egli |
sia stato |
che noi |
siamo |
|
che noi |
siamo stati |
che voi |
siate |
|
che voi |
siate stati |
che essi |
siano |
|
che essi |
siano stati |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato |
|
|
|
|
|
|
che io |
fossi |
|
che io |
fossi stato |
che tu |
fossi |
|
che tu |
fossi stato |
che egli |
fosse |
|
che egli |
fosse stato |
che noi |
fòssimo |
|
che noi |
fossimo stati |
che voi |
foste |
|
che voi |
foste stati |
che essi |
fòssero |
|
che essi |
fossero stati |
|
|
|
|
|
CONDIZIONALE
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
io |
sarèi |
|
io |
sarei stato |
tu |
sarésti
|
|
tu |
saresti stato |
egli |
sarèbbe |
|
egli |
sarebbe stato |
noi |
sarèmmo |
|
noi |
saremmo stati |
voi |
sarèste |
|
voi |
sareste stati |
essi |
sarèbbero |
|
essi |
sarebbero
stati |
|
|
|
|
|
IMPERATIVO
presente |
|
|
futuro |
|
|
|
|
|
|
-- |
|
|
-- |
|
sii |
tu |
|
sarai |
tu |
sia |
egli |
|
sarà |
egli |
siamo |
noi |
|
saremo |
noi |
siate |
voi |
|
sarete |
voi |
siano |
essi |
|
saranno |
essi |
|
|
|
|
|
INFINITO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
èssere |
|
|
essere |
stato |
|
|
|
|
|
PARTICIPIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
essènte |
(raro) |
|
stato |
|
|
|
|
|
|
GERUNDIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
essendo |
|
|
essendo |
stato |
|
|
|
|
|
La forma del
participio passato stato è presa in prestito dal verbo stare; il
vero participio passato di essere è la voce arcaica suto.
Oltre alla
funzione di ausiliare, il verbo essere ha anche quella di copula per la
formazione del predicato nominale (il tempo è brutto) e quella di
predicato verbale nel significato di “esistere”, “trovarsi” (Dio è; il
giornale è sulla scrivania).
top
Coniugazione
di « avere »
INDICATIVO
presente |
|
|
passato |
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
ho |
|
io |
ho avuto |
tu |
hai |
|
tu |
hai avuto |
egli |
ha |
|
egli |
ha avuto |
noi |
abbiamo |
|
noi |
abbiamo avuto |
voi |
avete |
|
voi |
avete avuto |
essi |
hanno |
|
essi |
hanno avuto |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato
|
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
avevo |
|
io |
avevo avuto |
tu |
avevi |
|
tu |
avevi avuto |
egli |
aveva |
|
egli |
aveva avuto |
noi |
avevamo |
|
noi |
avevamo avuto |
voi |
avevate |
|
voi |
avevate avuto |
essi |
avevano |
|
essi |
avevano avuto |
|
|
|
|
|
passato |
remoto |
|
trapassato |
remoto |
|
|
|
|
|
io |
èbbi |
|
io |
ebbi avuto |
tu |
avésti |
|
tu |
avesti avuto |
egli |
èbbe |
|
egli |
ebbe avuto |
noi |
avémmo |
|
noi |
avemmo avuto |
voi |
avéste |
|
voi |
aveste avuto |
essi |
èbbero |
|
essi |
ebbero avuto |
|
|
|
|
|
futuro |
semplice |
|
futuro |
anteriore |
|
|
|
|
|
io |
avrò |
|
io |
avrò avuto |
tu |
avrai |
|
tu |
avrai avuto |
egli |
avrà |
|
egli |
avrà avuto |
noi |
avremo |
|
noi |
avremo avuto |
voi |
avrete |
|
voi |
avrete avuto |
essi |
avranno |
|
essi |
avranno avuto
|
top
CONGIUNTIVO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
che io |
àbbia |
|
che io |
abbia avuto |
che tu |
àbbia |
|
che tu |
abbia avuto |
che egli |
àbbia |
|
che egli |
abbia avuto |
che noi |
abbiamo |
|
che noi |
abbiamo avuto |
che voi |
abbiate |
|
che voi |
abbiate avuto |
che essi |
àbbiano |
|
che essi |
abbiano avuto |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato |
|
|
|
|
|
|
che io |
avessi |
|
che io |
avessi avuto |
che tu |
avessi |
|
che tu |
avessi avuto |
che egli |
avesse |
|
che egli |
avesse avuto |
che noi |
avéssimo |
|
che noi |
avessimo
avuto |
che voi |
aveste |
|
che voi |
aveste avuto |
che essi |
avéssero |
|
che essi |
avessero
avuto |
|
|
|
|
|
CONDIZIONALE
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
io |
avrèi |
|
io |
avrei avuto |
tu |
avrésti |
|
tu |
avresti avuto |
egli |
avrèbbe |
|
egli |
avrebbe avuto |
noi |
avrémmo |
|
noi |
avremmo avuto |
voi |
avréste |
|
voi |
avreste avuto |
essi |
avrèbbero |
|
essi |
avrebbero
avuto |
|
|
|
|
|
IMPERATIVO
presente |
|
|
futuro |
|
|
|
|
|
|
-- |
|
|
-- |
|
abbi |
tu |
|
avrai |
tu |
àbbia |
egli |
|
avrà |
egli |
abbiamo |
noi |
|
avremo |
noi |
abbiate |
voi |
|
avrete |
voi |
àbbiano |
essi |
|
avranno |
essi |
|
|
|
|
|
INFINITO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
avére |
|
|
avere avuto |
|
|
|
|
|
|
PARTICIPIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
avente |
|
|
avuto |
|
|
|
|
|
|
GERUNDIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
avendo |
|
|
avendo avuto |
|
|
|
|
|
|
Il participio
presente avente non è di uso molto comune, tranne in alcune espressioni
del linguaggio giuridico come gli aventi diritto, gli aventi causa.
Esiste un´altra forma di participio presente ottenuta dal congiuntivo abbia
anziché dall´infinito avere, ed è abbiente, che però ha perso il
suo valore verbale per assumere quello di aggettivo sostantivato nel significato
di “possidente”: una famiglia abbiente; gli abbienti e i non abbienti.
Oltre alla
funzione di ausiliare, il verbo avere ha anche quella di predicato
verbale nel significato di “possedere”: ha una bella casa.
7.2
Coniugazione dei verbi regolari
Se un verbo
conserva immutata la radice in tutte le sue forme e vi aggiunge le normali
desinenze della sua coniugazione, si dice che è regolare. Vediamo ora le
tre coniugazioni regolari di forma attiva, prendendo come modello i verbi
amare, temere e servire.
Prima
coniugazione: am-are
INDICATIVO
presente |
|
|
passato |
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
am-o |
|
io |
ho amato |
tu |
am-i |
|
tu |
hai amato |
egli |
am-a |
|
egli |
ha amato |
noi |
am-iamo |
|
noi |
abbiamo amato |
voi |
am-ate |
|
voi |
avete amato |
essi |
àm-ano |
|
essi |
hanno amato |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato
|
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
am-avo |
|
io |
avevo amato |
tu |
am-avi |
|
tu |
avevi amato |
egli |
am-ava |
|
egli |
aveva amato |
noi |
am-avamo |
|
noi |
avevamo amato |
voi |
am-avate |
|
voi |
avevate amato |
essi |
am-àvano |
|
essi |
avevano amato |
|
|
|
|
|
passato |
remoto |
|
trapassato |
remoto |
|
|
|
|
|
io |
am-ai |
|
io |
ebbi amato |
tu |
am-sti |
|
tu |
avesti amato |
egli |
am-ò |
|
egli |
ebbe amato |
noi |
am-ammo |
|
noi |
avemmo amato |
voi |
am-aste |
|
voi |
aveste amato |
essi |
am-àrono |
|
essi |
ebbero amato |
|
|
|
|
|
futuro |
semplice |
|
futuro |
anteriore |
|
|
|
|
|
io |
am-erò |
|
io |
avrò amato |
tu |
am-erai |
|
tu |
avrai amato |
egli |
am-erà |
|
egli |
avrà amato |
noi |
am-eremo |
|
noi |
avremo amato |
voi |
am-erete |
|
voi |
avrete amato |
essi |
am-eranno |
|
essi |
avranno amato |
|
|
|
|
|
top
CONGIUNTIVO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
che io |
am-i |
|
che io |
abbia amato |
che tu |
am-i |
|
che tu |
abbia amato |
che egli |
am-i |
|
che egli |
abbia amato |
che noi |
am-iamo |
|
che noi |
abbiamo amato |
che voi |
am-iate |
|
che voi |
abbiate amato |
che essi |
àm-ino |
|
che essi |
abbiano amato |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato |
|
|
|
|
|
|
che io |
am-assi
|
|
che io |
avessi amato |
che tu |
am-assi |
|
che tu |
avessi amato |
che egli |
am-asse |
|
che egli |
avesse amato |
che noi |
am-àssimo |
|
che noi |
avessimo
amato |
che voi |
am-aste |
|
che voi |
aveste amato |
che essi |
am-àssero |
|
che essi |
avessero
amato |
|
|
|
|
|
CONDIZIONALE
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
io |
am-erèi |
|
io |
avrei amato |
tu |
am-erésti |
|
tu |
avresti amato |
egli |
am-erèbbe |
|
egli |
avrebbe amato |
noi |
am-erémmo |
|
noi |
avremmo amato |
voi |
am-eréste |
|
voi |
avreste amato |
essi |
am-erèbbero |
|
essi |
avrebbero
amato |
|
|
|
|
|
top
IMPERATIVO
presente |
|
|
futuro |
|
|
|
|
|
|
-- |
|
|
-- |
|
am-a |
tu |
|
am-erai |
tu |
am-i |
egli |
|
am-erà |
egli |
am-iamo |
noi |
|
am-eremo |
noi |
am-ate |
voi |
|
am-erete |
voi |
àm-ino |
essi |
|
am-eranno |
essi |
|
|
|
|
|
INFINITO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
am-are |
|
|
avere amato |
|
|
|
|
|
|
PARTICIPIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
am-ante |
|
|
am-ato |
|
|
|
|
|
|
GERUNDIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
am-ando |
|
|
avendo amato |
|
|
|
|
|
|
top
- I verbi che
terminano con –care e –gare, per mantenere la consonante velare
(cioè /k/e/g/), hanno
bisogno di una
h fra la radice e le desinenze che cominciano per e o per i :
caric-o, caric-h-erò, caric-h-i ; preg-o, preg-h-eremo, preg-h-iamo.
- I verbi uscenti
in –gnare conservano la i delle desinenze –iamo, iate
dell´indicativo e congiuntivo presente: si scrive cioè bagn-iamo, (che)
sogn-iate, e non bagn-amo, (che) sogn-ate.
- I verbi che
terminano con –ciare e –giare, quando la desinenza comincia per
e o per i , perdono la i grafica che non è più necessaria
per rappresentare il suono palatale (cioè /ʧ/ e / ʤ ):
falci-o, falc-erò,
falc-i ;
mangi-o, mang-eremo, mang-iamo .
- I verbi che
terminano con –ghiare perdono la i grafica quando la desinenza
comincia per i , mentre la mantengono in tutti gli altri casi:
consigli-o, consigl-i, consigl-ino, consigli-erò .
- I verbi
terminanti con –iare, che nella prima persona singolare dell´indicativo
presente hanno l´accento sulla i (come invìo, oblìo, scìo),
mantengono sempre la i del tema, purché questa sia tonica, anche se la
desinenza comincia per i: invi-i, invi-ino. La i del tema cade
quando viene a trovarsi in posizione atona dinanzi a desinenza che cominci per
i: inv-iàmo, inv-iàte.
- I verbi uscenti
in –iare, che nella prima persona singolare dell´indicativo presente non
hanno l´accento sulla i (come dilànio, sgónfio, stùdio), perdono
la i del tema davanti alle desinenze che cominciano per i: dilan-i,
dilan-iamo, dilan-iate, dilan-ino. Le due i si conservano qualora
occorra evitare possibili ambiguità: si scriverà, per esempio, odii (dal
verbo odiare) per non confonderli con odi (dal verbo udire).
- I verbi che
presentano nel tema il dittongo mobile uo lo conservano quando è in
sillaba tonica, lo semplificano in o quando l´accento si sposta sulla
desinenza: suòno, suòni, suòna, suònano; ma: soniàmo, son`te, sonàvo,
sonerò. Tuttavia alcuni verbi tendono a eliminare il dittongo in tutte le
voci (giòco, giòchi, giòca, giòcano), altri invece tendono a conservarlo
(tuonàva, tuonò, tuonerà); il dittongo, inoltre, si mantiene quando
potrebbe sorgere qualche confusione tra forme verbali diverse: così, ad esempio,
si dice nuotavo (voce del verbo nuotare) per distinguerlo da
notavo (voce del verbo notare).
top
Seconda
coniugazione: tem-ere
INDICATIVO
presente |
|
|
passato |
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
tem-o |
|
io |
ho temuto |
tu |
tem-i |
|
tu |
hai temuto |
egli |
tem-e |
|
egli |
ha temuto |
noi |
tem-iamo |
|
noi |
abbiamo
temuto |
voi |
tem-ete |
|
voi |
avete temuto |
essi |
tém-ono |
|
essi |
hanno temuto |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato
|
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
tem-evo |
|
io |
avevo temuto |
tu |
tem-evi |
|
tu |
avevi temuto |
egli |
tem-eva |
|
egli |
aveva temuto |
noi |
tem-evamo |
|
noi |
avevamo
temuto |
voi |
tem-evate |
|
voi |
avevate
temuto |
essi |
tem-évano |
|
essi |
avevano
temuto |
|
|
|
|
|
passato |
remoto |
|
trapassato |
remoto |
|
|
|
|
|
io |
tem-éi
|
(temètti) |
io |
ebbi temuto |
tu |
tem-esti |
|
tu |
avesti temuto |
egli |
tem-è
|
(temètte) |
egli |
ebbe temuto |
noi |
tem-emmo |
|
noi |
avemmo temuto |
voi |
tem-este |
|
voi |
aveste temuto |
essi |
tem-érono |
(temèttero) |
essi |
ebbero temuto |
|
|
|
|
|
futuro |
semplice |
|
futuro |
anteriore |
|
|
|
|
|
io |
tem-erò |
|
io |
avrò temuto |
tu |
tem-erai |
|
tu |
avrai temuto |
egli |
tem-erà |
|
egli |
avrà temuto |
noi |
tem-eremo |
|
noi |
avremo temuto |
voi |
tem-erete |
|
voi |
avrete temuto |
essi |
tem-eranno |
|
essi |
avranno
temuto |
|
|
|
|
|
top
CONGIUNTIVO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
che io |
tem-a |
|
che io |
abbia temuto |
che tu |
tem-a |
|
che tu |
abbia temuto |
che egli |
tem-a |
|
che egli |
abbia temuto |
che noi |
tem-iamo |
|
che noi |
abbiamo
temuto |
che voi |
tem-iate |
|
che voi |
abbiate
temuto |
che essi |
tém-ano |
|
che essi |
abbiano
temuto |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato |
|
|
|
|
|
|
che io |
tem-essi |
|
che io |
avessi temuto |
che tu |
tem-essi |
|
che tu |
avessi temuto |
che egli |
tem-esse |
|
che egli |
avesse temuto |
che noi |
tem-éssimo |
|
che noi |
avessimo
temuto |
che voi |
tem-este |
|
che voi |
aveste temuto |
che essi |
tem-éssero |
|
che essi |
avessero
temuto |
|
|
|
|
|
CONDIZIONALE
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
io |
tem-erèi |
|
io |
avrei temuto |
tu |
tem-erésti |
|
tu |
avresti
temuto |
egli |
tem-erèbbe |
|
egli |
avrebbe
temuto |
noi |
tem-erémmo |
|
noi |
avremmo
temuto |
voi |
tem-eréste |
|
voi |
avreste
temuto |
essi |
tem-erèbbero |
|
essi |
avrebbero
temuto |
|
|
|
|
|
top
IMPERATIVO
presente |
|
|
futuro |
|
|
|
|
|
|
-- |
|
|
-- |
|
tem-i |
tu |
|
tem-erai |
tu |
tem-a |
egli |
|
tem-erà |
egli |
tem-iamo |
noi |
|
tem-eremo |
noi |
tem-ete |
voi |
|
tem-erete |
voi |
tém-ano |
essi |
|
tem-eranno |
essi |
|
|
|
|
|
INFINITO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
tem-ére |
|
|
avere temuto |
|
|
|
|
|
|
PARTICIPIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
tem-ente |
|
|
tem-uto |
|
|
|
|
|
|
GERUNDIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
tem-endo |
|
|
avendo temuto |
|
|
|
|
|
|
top
- Come si vede
dal prospetto, nella prima e terza persona singolare e nella terza plurale del
passato remoto. le desinenze –éi, -è, -érono possono essere sostituite
rispettivamente da –étti, -étte, -éttero; ma si preferisce non usare
questa seconda forma quando la radice verbale finisce in t: potei (non:
potetti), riflettei (non: riflettetti).
- I verbi in
–cere e –gere, come vincere e porgere(cioè con /ʧ / e /ʤ /),
modificano il suono palatale in velare (cioè /k / e /g /) davanti a desinenze
che cominciano per a o per o: vinc-o, vinc-a; porg-ono, porg-ano.
Ma alcuni verbi (per esempio cuocere) conservano sempre il suono palatale
inserendo una i grafica fra la radice e le desinenze che cominciano per
a o per o: cuoc-i-o, cuoc-i-ano. Il mantenimento della pronuncia
palatale, e la conseguente aggiunta della i grafica, si hanno
costantemente nelle forme del participio passato in –uto dei verbi in
–cere: piac-i-uto, tac-i-uto, noc-i-uto, cresc-i-uto.
- Valgono anche
per la seconda coniugazione le considerazioni fatte per la prima sul dittongo
mobile: in genere si ha uo in sillaba tonica, o in sillaba
atona: muòvo, muòvi, muòve, muòvono; ma: moviàmo, movéte, movéva,
movésse. C´è da aggiungere che il dittongo si perde anche quando, pur
essendo la o accentata, la sillaba è chiusa, cioè finisce in consonante:
mòs-si.
- Alcuni verbi,
come possedere e tenere, cambiano in ie la e del tema nel
caso in cui questa venga a trovarsi in posizione tonica e in sillaba aperta,
cioè terminante in vocale: possièdo, possièdono, tièni, tiène; ma:
possediamo, possedète, tèngo, tèngono (nelle forme tèng-o e tèng-ono
il dittongo non compare perché la e , pur essendo in posizione tonica, si
trova in sillaba chiusa).
- I verbi uscenti
in –gnere conservano la i delle desinenze –iamo, -iate
dell´indicativo e congiuntivo presente: spegniao, (che) spegn-iate;
non spegn-amo, (che) spegn-ate.
Terza
coniugazione: serv-ire
INDICATIVO
presente |
|
|
passato |
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
serv-o |
|
io |
ho servito |
tu |
serv-i |
|
tu |
hai servito |
egli |
serv-e |
|
egli |
ha servito |
noi |
serv-iamo |
|
noi |
abbiamo
servito |
voi |
serv-ite |
|
voi |
avete servito |
essi |
sèrv-ono |
|
essi |
hanno servito |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato
|
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
serv-ivo |
|
io |
avevo servito |
tu |
serv-ivi |
|
tu |
avevi servito |
egli |
serv-iva |
|
egli |
aveva servito |
noi |
serv-ivamo |
|
noi |
avevamo
servito |
voi |
serv-ivate |
|
voi |
avevate
servito |
essi |
serv-ivano |
|
essi |
avevano
servito |
|
|
|
|
|
passato |
remoto |
|
trapassato |
remoto |
|
|
|
|
|
io |
serv-ii |
|
io |
ebbi servito |
tu |
serv-isti |
|
tu |
avesti
servito |
egli |
serv-ì |
|
egli |
ebbe servito |
noi |
serv-immo |
|
noi |
avemmo
servito |
voi |
serv-iste |
|
voi |
aveste
servito |
essi |
serv-ìrono
|
|
essi |
ebbero
servito |
|
|
|
|
|
futuro |
semplice |
|
futuro |
anteriore |
|
|
|
|
|
io |
serv-irò |
|
io |
avrò servito |
tu |
serv-irai |
|
tu |
avrai servito |
egli |
serv-irà |
|
egli |
avrà servito |
noi |
serv-iremo |
|
noi |
avremo
servito |
voi |
serv-irete |
|
voi |
avrete
servito |
essi |
serv-iranno |
|
essi |
avranno
servito |
|
|
|
|
|
top
CONGIUNTIVO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
che io |
serv-a |
|
che io |
abbia servito |
che tu |
serv-a |
|
che tu |
abbia servito |
che egli |
serv-a |
|
che egli |
abbia servito |
che noi |
serv-iamo |
|
che noi |
abbiamo
servito |
che voi |
serv-iate |
|
che voi |
abbiate
servito |
che essi |
sèrv-ano |
|
che essi |
abbiano
servito |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato |
|
|
|
|
|
|
che io |
serv-issi |
|
che io |
avessi
servito |
che tu |
serv-issi |
|
che tu |
avessi
servito |
che egli |
serv-isse |
|
che egli |
avesse
servito |
che noi |
serv-ìssimo
|
|
che noi |
avessimo
servito |
che voi |
serv-iste |
|
che voi |
aveste
servito |
che essi |
serv-ìssero |
|
che essi |
avessero
servito |
|
|
|
|
|
CONDIZIONALE
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
io |
serv-irèi |
|
io |
avrei servito |
tu |
serv-irésti |
|
tu |
avresti
servito |
egli |
serv-irébbe |
|
egli |
avrebbe
servito |
noi |
serv-irémmo |
|
noi |
avremmo
servito |
voi |
serv-iréste |
|
voi |
avreste
servito |
essi |
serv-irèbbero |
|
essi |
avrebbero
servito |
|
|
|
|
|
top
IMPERATIVO
presente |
|
|
futuro |
|
|
|
|
|
|
-- |
|
|
-- |
|
serv-i |
tu |
|
serv-irai |
tu |
serv-a |
egli |
|
serv-irà |
egli |
serv-iamo |
noi |
|
serv-iremo |
noi |
serv-ite |
voi |
|
serv-irete |
voi |
sèrv-ano |
essi |
|
serv-iranno |
essi |
|
|
|
|
|
INFINITO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
serv-ire |
|
|
avere servito |
|
|
|
|
|
|
PARTICIPIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
serv-ente |
|
|
serv-ito |
|
|
|
|
|
|
GERUNDIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
serv-endo |
|
|
avendo
servito |
|
|
|
|
|
|
top
Molti verbi della
terza coniugazione inseriscono fra radice e desinenza il suffisso -isc ;
ciò avviene nella prima, seconda, terza persona singolare e teerza
plurale del presente indicativo e congiuntivo, e nella seconda, terza singolare
e terza plurale del presente imperativo (tutte le altre forme sono identiche a
quelle di servire):
Indicativo presente Congiuntivo presente
Imperativo presente |
|
|
|
|
|
|
|
|
io |
un-isc-o |
|
che io |
un-isc-a |
|
---- |
|
tu |
un-isc-i |
|
che tu |
un-isc-a |
|
un-isc-i |
tu |
egli |
un-isc-e |
|
che egli |
un-isc-a |
|
un-isc-a |
egli |
noi |
un-iamo |
|
che noi |
un-iamo |
|
un-iamo |
noi |
voi |
un-ite |
|
che voi |
un-iate |
|
un-ite |
voi |
essi |
un-isc-ono |
|
che essi |
un-isc-ano |
|
un-isc-ano |
essi |
Questi verbi sono
chiamati incoativi per analogia con la terminazione in –sco dei
verbi incoativi latini (augesco “cresco”, senesco “invecchio”
ecc.), che originariamente indiv´cavano un´azione o uno stato nel suo inizio (inchoare
significa in latino “cominciare”).
Seguono questo
tipo di coniugazione con –isc- i verbi agire, capire, finire,
ammonire, obbedire, percepire, scolpire, sparire ecc.
Alcuni verbi
ammettono ambedue le forme, con suffisso e senza suffisso; per esempio:
applaudire (applaudo e applaudisco), assorbire (assorbo e
assorbisco), mentire (mento e mentisco), nutrire (nutro
e nutrisco), tossire (tosso e tossisco), inghiottire (inghiotto
e inghiottisco).
- I verbi in
–cire e gire seguono generalmente il tipo di flessione col suffisso
–isc- e ciò impedisce che le consonanti c e g
s´incontrino con le vocali delle desinenze: farc-isc-o, farc-isc-a;
ag-isc-ono, ag-isc-ano. Casi particolari sono quelli dei verbi cucire
e fuggire: il primo mantiene sempre il suono palatale e per questo
inserisce una i grafica fra la radice e le desinenze che cominciano
per a o per o : cuc-i-o, cuc-i-ano; il secondo modifica
il suono palatale in velare davanti alle desinenze che cominciano per a
o per o : fugg-o, fugg-ano.
- Alcuni verbi
della terza coniugazione hanno due forme di participio presente, una regolare in
–ente e una in –iente : dormente e dormiente. Altri
presentano solo la forma in –iente: obbediente.
top
7.3
Coniugazione dei verbi intransitivi
La coniugazione
dei verbi intransitivi che nei tempi composti vogliono l´ausiliare avere
è identica a quella dei verbi transitivi. Per gli intransitivi che richiedono
l´ausiliare essere, la differenza di coniugazione riguarda soltanto i
tempi composti. Si noti che quando l´ausiliare è avere il participio
passato rimane invariato, mentre quando l´ausiliare è essere concorda in
genere e numero con il soggetto:
Mario ha corso;
Maria ha corso;
Carlo e Mario
hanno corso; Carla e Maria hanno corso;
Mario è partito;
Maria è partita;
Carlo e Mario
sono partiti; Carla e Maria sono partite.
Esemplifichiamo
adesso la coniugazione dei tempi composti di due verbi intransitivi, dormire
e andare, di cui il primo richiede l`ausiliare avere, il
secondo essere:
INDICATIVO
passato prossimo
io |
ho dormito |
|
io |
sono andato, |
-a |
noi |
abbiamo
dormito |
|
noi |
siamo andati, |
-e |
trapassato prossimo
io |
avevo dormito |
|
io |
ero andato, |
-a |
noi |
avevamo
dormito |
|
noi |
eravamo
andati, |
-e |
trapassato remoto
io |
ebbi dormito |
|
io |
fui andato, |
-a |
noi |
avemmo
dormito |
|
noi |
fummo andati, |
-e |
futuro anteriore
io |
avrò dormito |
|
io |
sarò andato, |
-a |
noi |
avremmo
dormito |
|
noi |
saremo
andati, |
-e |
top
CONGIUNTIVO
passato
che io |
abbia dormito |
|
che io |
sia andato, |
-a |
che noi |
abbiamo
dormito |
|
che noi |
siamo andati, |
-e |
trapassato
che io |
avessi
dormito |
|
che io |
fossi andato, |
-a |
che noi |
avessimo
dormito |
|
che noi |
fossimo
andati, |
-e |
CONDIZIONALE
passato
io |
avrei dormito |
|
io |
sarei andato, |
-a |
noi |
avremmo
dormito |
|
noi |
saremmo
andati, |
-e |
INFINITO
passato
|
avere dormito |
|
|
essere
andato, |
-a, -i, -e |
GERUNDIO
passato
|
avendo
dormito |
|
|
essendo
andato, |
-a, -i, -e |
top
7.4
Coniugazione passiva
Nella
coniugazione passiva, le voci verbali sono costituite dalle forme dell´ausiliare
essere seguite dal participio passato del verbo da coniugare.
Il participio
passato si accorda in genere e numero con il soggetto:
Paolo è stato
promosso;
Paola è stata
promossa;
Giovanni e
Paolo sono stati promossi;
Giovanna e
Paola sono state promosse.
Diamo ora un
modello di coniugazione passiva, precisando che essa è uguale per tutte e tre le
coniugazioni:
INDICATIVO
presente |
|
|
passato |
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
sono lodato |
|
io |
sono stato
lodato |
tu |
sei lodato |
|
tu |
sei stato
lodato |
egli |
è lodato |
|
egli |
è stato
lodato |
noi |
siamo lodati |
|
noi |
siamo stati
lodati |
voi |
siete lodati |
|
voi |
siete stati
lodati |
essi |
sono lodati |
|
essi |
sono stati
lodati |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato
|
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
ero lodato |
|
io |
ero stato
lodato |
tu |
eri lodato |
|
tu |
eri stato
lodato |
egli |
era lodato |
|
egli |
era stato
lodato |
noi |
eravamo
lodati |
|
noi |
eravamo stati
lodati |
voi |
eravate
lodati |
|
voi |
eravate stati
lodati |
essi |
erano lodati |
|
essi |
erano stati
lodati |
|
|
|
|
|
passato |
remoto |
|
trapassato |
remoto |
|
|
|
|
|
io |
fui lodato |
|
io |
fui stato
lodato |
tu |
fosti lodato |
|
tu |
fosti stato
lodato |
egli |
fu lodato |
|
egli |
fu stato
lodato |
noi |
fummo lodati |
|
noi |
fummo stati
lodati |
voi |
foste lodati |
|
voi |
foste stati
lodati |
essi |
furono lodati |
|
essi |
furono stati
lodati |
|
|
|
|
|
futuro |
semplice |
|
futuro |
anteriore |
|
|
|
|
|
io |
sarò lodato |
|
io |
sarò stato
lodato |
tu |
sarai lodato |
|
tu |
sarai stato
lodato |
egli |
sarà lodato |
|
egli |
sarà stato
lodato |
noi |
saremo lodati |
|
noi |
saremo stati
lodati |
voi |
sarete lodati |
|
voi |
sarete stati
lodati |
essi |
saranno
lodati |
|
essi |
saranno stati
lodati |
|
|
|
|
|
top
CONGIUNTIVO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
che io |
sia lodato |
|
che io |
sia stato
lodato |
che tu |
sia lodato |
|
che tu |
sia stato
lodato |
che egli |
sia lodato |
|
che egli |
sia stato
lodato |
che noi |
siamo lodati |
|
che noi |
siamo stati
lodati |
che voi |
siate lodati |
|
che voi |
siate stati
lodati |
che essi |
siano lodati |
|
che essi |
siano stati
lodati |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato |
|
|
|
|
|
|
che io |
fossi lodato |
|
che io |
fossi stato
lodato |
che tu |
fossi lodato |
|
che tu |
fossi stato
lodato |
che egli |
fosse lodato |
|
che egli |
fosse stato
lodato |
che noi |
fossimo
lodati |
|
che noi |
fossimo stati
lodati |
che voi |
foste lodati |
|
che voi |
foste stati
lodati |
che essi |
fossero
lodati |
|
che essi |
fossero stati
lodati |
|
|
|
|
|
CONDIZIONALE
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
io |
sarei lodato |
|
io |
sarei stato
lodato |
tu |
saresti
lodato |
|
tu |
saresti stato
lodato |
egli |
sarebbe
lodato |
|
egli |
sarebbe stato
lodato |
noi |
saremmo
lodati |
|
noi |
saremmo stati
lodati |
voi |
sareste
lodati |
|
voi |
sareste stati
lodati |
essi |
sarebbero
lodati |
|
essi |
sarebbero
stati lodati |
|
|
|
|
|
top
IMPERATIVO
presente |
|
|
futuro |
|
|
|
|
|
|
-- |
|
|
-- |
|
sii lodato |
tu |
|
sarai lodato |
tu |
sia lodato |
egli |
|
sarà lodato |
egli |
siamo lodati |
noi |
|
saremo lodati |
noi |
siate lodati |
voi |
|
sarete lodati |
voi |
siano lodati |
essi |
|
saranno
lodati |
essi |
|
|
|
|
|
INFINITO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
essere lodato |
|
|
essere stato
lodato |
|
|
|
|
|
|
PARTICIPIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
(essente
lodato) |
|
|
(stato)
lodato |
|
|
|
|
|
|
GERUNDIO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
essendo
lodato |
|
|
essendo stato
lodato |
|
|
|
|
|
|
top
Oltre che con
l´ausiliare essere, il passivo si può formare:
- con il verbo
venire, però esclusivamente nei tempi semplici: io vengo lodato = io
sono lodato; nei tempi composti soltanto: io sono stato lodato;
- con il verbo
andare, quando è unito al participio passato di verbi come perdere,
smarrire, sprecare(i documenti andarono smarriti = i documenti furono
smarriti) o quando si vuole esprimere un´idea di necessità (questo lavoro va
fatto meglio = questo lavoro deve essere fatto meglio);
- con la
particella pronominale si, che si premette alle voci attive dei verbi
transitivi, ma limitatamente alla terza persona singolare e plurale dei tempi
semplici (si passivamente): la carne si vende (= è venduta) a
caro prezzo; non si accettano (= non sono accettati) assegni.
Inoltre la
particella pronominale si, premessa alle voci della terza persona
singolare e plurale dei tempi semplici passivi, attribuisce a questi valore di
tempi composti: si è sprecato (= è stato sprecato) troppo tempo.
top
7.5
Coniugazione riflessiva
La caratteristica
della coniugazione riflessiva è che le voci verbali sono precedute dalle
particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi: mi lavo, ti lavavi, si lavò
ecc. Tali particelle seguono il verbo e si uniscono ad esso nei modi indefiniti
e nell´imperativo presente, esclusa la terza persona singolare e plurale:
lavarsi, lavatosi, lavandosi; làvati, laviamoci, lavatevi.
Nella forma
negativa della seconda persona singolare e plurale dell´imperativo presente, la
particella pronominale può essere indifferentemente proclitica o enclitica:
non ti lavare o non lavarti, non vi lavate o non lavatevi. Si
può scegliere tra costruzione proclitica e costruzione enclitica anche quando un
infinito è retto da un verbo servile: ti voglio fare un regalo o
voglio farti un regalo.
I tempi composti
dei verbi riflessivi si formano con l´ausiliare essere; di conseguenza il
participio passato concorda in genere e numero con il soggetto: Daniele si è
lavato; Daniela si è lavata. Se il riflessivo è accompagnato da un verbo
servile, si ha l´ausiliare essere quando la particella pronominale è
proclitica (si è voluto lavare), l´ausiliare avere quando è
enclitica (ha voluto lavarsi).
Ricordiamo che la
coniugazione dei verbi intransitivi pronominali è identica a quella dei verbi
riflessivi.
Diamo ora la
coniugazione completa del verbo lavarsi:
INDICATIVO
presente |
|
|
passato |
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
mi lavo |
|
io |
mi sono
lavato |
tu |
ti lavi |
|
tu |
ti sei lavato |
egli |
si lava
|
|
egli |
si è lavato |
noi |
ci laviamo |
|
noi |
ci siamo
lavati |
voi |
vi lavate |
|
voi |
vi siete
lavati |
essi |
si lavano |
|
essi |
si sono
lavati |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato
|
prossimo |
|
|
|
|
|
io |
mi lavavo |
|
io |
mi ero lavato |
tu |
ti lavavi |
|
tu |
ti eri lavato |
egli |
si lavava |
|
egli |
si era lavato |
noi |
ci lavavamo |
|
noi |
ci eravamo
lavati |
voi |
vi lavavate |
|
voi |
vi eravate
lavati |
essi |
si lavavano |
|
essi |
si erano
lavati |
|
|
|
|
|
passato |
remoto |
|
trapassato |
remoto |
|
|
|
|
|
io |
mi lavai |
|
io |
mi fui lavato |
tu |
ti lavasti |
|
tu |
ti fosti
lavato |
egli |
si lavò |
|
egli |
si fu lavato |
noi |
ci lavammo |
|
noi |
ci fummo
lavati |
voi |
vi lavaste |
|
voi |
vi foste
lavati |
essi |
si lavarono |
|
essi |
si furono
lavati |
|
|
|
|
|
futuro |
semplice |
|
futuro |
anteriore |
|
|
|
|
|
io |
mi laverò |
|
io |
mi sarò
lavato |
tu |
ti laverai |
|
tu |
ti sarai
lavato |
egli |
si laverà |
|
egli |
si sarà
lavato |
noi |
ci laveremo |
|
noi |
ci saremo
lavati |
voi |
vi laverete |
|
voi |
vi sarete
lavati |
essi |
si laveranno |
|
essi |
si saranno
lavati |
|
|
|
|
|
top
CONGIUNTIVO
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
che io |
mi lavi |
|
che io |
mi sia lavato |
che tu |
ti lavi |
|
che tu |
ti sia lavato |
che egli |
si lavi |
|
che egli |
si sia lavato |
che noi |
ci laviamo |
|
che noi |
ci siamo
lavati |
che voi |
vi laviate |
|
che voi |
vi siate
lavati |
che essi |
si lavino |
|
che essi |
si siano
lavati |
|
|
|
|
|
imperfetto |
|
|
trapassato |
|
|
|
|
|
|
che io |
mi lavassi |
|
che io |
mi fossi
lavato |
che tu |
ti lavassi |
|
che tu |
ti fossi
lavato |
che egli |
si lavasse |
|
che egli |
si fosse
lavato |
che noi |
ci lavassimo |
|
che noi |
ci fossimo
lavati |
che voi |
vi lavaste |
|
che voi |
vi foste
lavati |
che essi |
si lavassero |
|
che essi |
si fossero
lavati |
|
|
|
|
|
CONDIZIONALE
presente |
|
|
passato |
|
|
|
|
|
|
io |
mi laverei |
|
io |
mi sarei
lavato |
tu |
ti laveresti |
|
tu |
ti saresti
lavato |
egli |
si laverebbe |
|
egli |
si sarebbe
lavato |
noi |
ci laveremmo |
|
noi |
ci saremmo
lavati |
voi |
vi lavereste |
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voi |
vi sareste
lavati |
essi |
si
laverebbero |
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essi |
si sarebbero
lavati |
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IMPERATIVO
presente |
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futuro |
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-- |
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-- |
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làvati |
tu |
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ti laverai |
tu |
si lavi |
egli |
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si laverà |
egli |
laviamoci |
noi |
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ci laveremo |
noi |
lavatevi |
voi |
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vi laverete |
voi |
si lavino |
essi |
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si laveranno |
essi |
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INFINITO
presente |
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passato |
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lavarsi |
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essersi
lavato |
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(lavarmi,
lavarti
lavarci,
lavarvi) |
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(essermi
lavato, esserti lavato, esserci lavati, essersi lavati) |
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PARTICIPIO
presente |
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passato |
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lavantesi |
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lavantosi |
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(lavantisi) |
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(lavantomi,
lavatosi, lavatici, lavativi, lavatisi) |
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GERUNDIO
presente |
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passato |
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lavandosi |
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essendosi
lavato |
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(lavandomi,
lavandoti, lavandoci, lavandovi) |
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essendomi
lavato, essendoti lavato, essendoci lavati, essendosi lavati) |
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8. Verbi
impersonali
Si dicono
impersonali quei verbi che non hanno un soggetto determinativo e si usano
soltanto nei modi indefiniti e nella terza persona singolare dei tempi di modo
finito:
comincia a
nevicare, sta nevicando; nevica, nevicava, nevicò, nevicherà.
Per lo più si
tratta di verbi che indicano fenomeni atmosferici: piove, diluvia, grandina,
tuona, lampeggia, albeggia, annotta. Adoperati in senso figurato, questi
verbi diventano personali: piovevano le critiche; una voce tuonò
all´improvviso.
Anche il verbo
fare può essere costruito impersonalmente in frasi come fa freddo, fa
caldo.
Ci sono poi verbi
e locuzioni verbali che si usano spesso, ma non sempre, senza soggetto e quindi
in forma impersonale:
accadere,
avvenire, succedere, capitare, bisognare, convenire, occorrere, sembrare,
parere, importare, necessitare; essere necessario, essere opportuno, essere
indubbio, essere certo, essere evidente, essere chiaro.
Per esempio:
bisogna affrettarsi; sembra che tutto preceda bene; è necessario avere pazienza;
è opportuno che tu parta subito. In realtà in questi casi il soggetto esiste
ed è rappresentato da una proposizione di modo finito o infinito.
Si noti che
qualunque verbo può essere usato impersonalmente premettendo in particella
pronominale si alla terza persona singolare di ogni tempo:
si dice, si
racconta, si vocifera, si mormora, si pensa, si vedrà, si vive, si muore.
Per la forma
impersonale dei verbi riflessivi e pronominali, nei quali è già presente la
particella si, si ricorre alla particella ci: ci si lava, ci si
sveglia, ci si accorse, ci si pentì. Si e ci hanno la funzione di
sostituire un pronome indefinito del tipo di uno, qualcuno, un tale;
infatti si dice, ci si accorse equivalgono a “qualcuno dice”, “qualcuno
si accorse”.
I tempi composti
dei verbi impersonali si formano con l´ausiliare essere.
Tuttavia, i verbi
che indicano fenomeni atmosferici possono usare anche l´ausiliare avere: ieri
è piovuto; ha piovuto tutta la notte.
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9. Verbi
servili e verbi fraseologici
Non solo
gli ausiliari essere e avere, ma anche i
verbi servili e i verbi fraseologici servono come “appoggio” ad altri verbi.
Verbi servili
Sono dovere,
potere, volere; questi verbi reggono l´infinito di un altro verbo, del quale
indicano una particolare “modalità” (rispettivamente, la necessità, la
possibilità, la volontà):
sono dovuto
tornare (necessità)
non ho potuto
aiutarlo (possibilità)
Rita vuole
dormire (volontà)
A sottolineare lo
stretto legame tra il verbo servile e il verbo che lo segue, il primo ha per lo
più l´ausiliare del secondo: sono tornato / sono dovuto (potuto,
voluto) tornare; ho aiutato / ho potuto (dovuto, voluto)
aiutare.
Ma è frequente
trovare i verbi servili con l´ausiliare avere, anche quando il verbo che
reggono richiede l´ausiliare essere: sono tornato / ho dovuto (potuto,
voluto) tornare. In particolare, i verbi servili hanno l´ausiliare
avere quando sono seguiti dal verbo essere: ho dovuto (potuto,
voluto) essere magnanimo.
Oltre a
dovere, potere, volere, reggono l´infinito anche altri verbi come sapere
(nel significato di “essere capace di”), preferire, osare, desiderare
ecc.:
so parlare
inglese;
preferirei
andarci da solo;
non osa
chiedertelo;
desideravamo
tornare a casa.
Verbi
fraseologici
Sono quelli come
stare, incominciare, iniziare, continuare, seguitare,
finire, smettere, che, usati davanti a un altro verbo (per lo più
all´infinito, ma anche al gerundio), ne definiscono un particolare “aspetto”:
sto parlando
(azione
durativa)
sto per
parlare
(azione ingressiva)
cominciai a
parlare (inizio
dell´azione)
continuai a
parlare
(proseguimento dell´azione)
smisi di
parlare (fine
dell´azione)
Vi sono varie
locuzioni con valore fraseologico: essere sul punto di, andare avanti a,
ecc.
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10. Verbi
difettivi
Vengono
comunemente chiamati difettivi(dal latino deficere “mancare”) i
verbi che mancano di alcune voci, o perché cadute in disuso o perché mai
esistite.
Ecco i verbi
difettivi più comuni, con l´indicazione delle forme di un certo uso (spesso solo
letterario, o ristretto a espressioni particolari):
Addirsi |
Indicativo
pres. si addice, si
addicono; imperf. si addiceva, si addicevano. Congiuntivo pres.
si addica, si addicano; imperf. si addicesse, si addicessero.
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Aggradare |
Indicativo
pres, aggrada.
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Calére |
Indicatico
pres. cale.
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Consùmere |
Indicativo
pass. rem. consunsi,
consunse, consunsero. Participio pass. consunto.
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Fallare |
Indicativo
pres. falla.
Participio pass. fallato.
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Fèrvere |
Indicativo
pres. fèrve, fèrvono;
imperf. ferveva, fervevano.
Participio pres.
fervente. Gerundio pres.
fervendo.
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Ostare |
Indicativo
pres. òsta.
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Prùdere |
Indicativo
pres. prude, prudono:
imperf. prudeva, prudevano; fut. pruderà, pruderanno.
Congiuntivo pres. pruda, prudano; imperf. prudesse, prudessero.
Condizionale pres. pruderebbe, pruderebbero. Gerundio pres.
prudendo.
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Solére |
Indicativo
pres. sòglio, suoli,
suòle, sogliamo, solete, sògliono; imperf. solevo, solevi ecc.
Congiuntivo pres. sòglia, sogliamo, sogliate, sògliano; imperf.
solessi, ecc. Participio pass. sòlito. Gerundio pres. solendo.
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Tàngere |
Indicativo
pres. tange.
Participio pres. tangente.
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Ùrgere |
Indicativo
pres. urge, urgono;
imperf. urgeva, urgevano; fut. urgerà, urgeranno. Congiuntivo
pres. urga; urgano; imperf. urgesse, urgessero. Condizionale
pres. urgerebbe, urgerebbero. Participio pres. urgente.
Gerundio pres. urgendo.
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Vèrtere |
Indicativo
pres. vèrte, vèrtono;
imperf. verteva, vertevano; passato rem. verté, verterono;
fut. verterà, verteranno. Congiuntivo pres. vèrta, vèrtano;
imperf. vertesse, vertessero. Condizionale pres. verterebbe,
verterebbero. Participio pres. vertente. Gerundio pres.
vertendo.
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Vìgere |
Indicativo
pres. vige, vigono;
imperf. vigeva, vigevano; fut. vigerà, vigeranno. Congiuntivo
pres. viga, vigano; imperf. vigesse, vigessero. Condizionale
pres. vigerebbe, vigerebbero. Participio pres. vigente.
Gerundio pres. vigendo.
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Dei verbi
ardire, atterrire, marcire, che hanno coniugazione regolare, non si usano
alcune forme (ardiamo, ardiate, ardente; atterriamo, atterriate; marciamo,
marciate) perché coincidono con quelle dei verbi ardere, atterrare,
marciare. In questi casi, per evitare possibilità di equivoci, si ricorre a
verbi sinonimi quali osare, spaventare, imputridire.
Nel numero dei
verbi difettivi vanno anche inclusi quei verbi come convèrgere, discèrnere,
esimere che, mancando del participio passato, non possono formare i tempi
composti.
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11. Verbi
sovrabbondanti
Alcuni verbi
possono appartenere a due coniugazioni diverse e per questo vengono chiamati
sovrabbondanti.
Una parte di essi
ha nelle due forme significato pressoché identico:
compiere e
compire, adempiere e adempire, empiere (riempiere) e empire (riempire),
dimagrare e dimagrire, annerare e annerire, ammansare e ammansire, intorbidare e
intorbidire, starnutare e starnutire.
Altri, invece,
cambiando coniugazione, cambiano anche significato e sono coppie di verbi
diversi:
arrossare
(“rendere rosso”) e
arrossire (“divenire rosso”), imboscare (“nascondere”) e
imboschire (“piantare un bosco”), fallare (“sbagliare”) e fallire
(“far fallimento”), abbrunare (“mettere in lutto”) e abbrunire
(“divenire bruno”).
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