La neve
Sulla cima di
un’altissima montagna c’era un sasso; sulla punta di quel sasso c’era,
una volta, un po’
di neve.
Guardando
l’universo intorno, quella neve incominciò a fantasticare, dicendo fra sé:
- Certo, diranno
che sono presuntuosa e superba, e me lo merito! È mai possibile che
un po’ di neve,
un bioccolo di neve come me se ne stia quassù, in una posizione così
così elevata,
sopportando senza vergogna che tutta l’altra neve, quanta se ne può vedere
spaziando con lo
sguardo su queste montagne, stia invece più in basso? Un bioccolo di
neve non merita
questa sublime altezza; ed è giusto che anch’io, per convincermi meglio
della mia
pochezza, provi ciò fece ieri il sole ad altri bioccoli miei compagni: li
distrusse
con un solo
sguardo. E questo perché anche loro eran messi più in alto di quanto avrebbero
dovuto. Ma io
voglio evitare la giusta ira del sole, voglio scendere in un luogo più
conveniente
alla mia piccola
dimensione. –
Così dicendo, il
bioccolo di neve, irrigidito dal freddo, si buttò giù dal sasso; e seguitò a
rotolare
dall’altissima
cima del monte: ma quanto più scendeva, tanto più il suo volume aumentava.
Quella poca neve
diventò presto una grossa palla, e continuando a rotolare si trasformò in una
valanga. La sua
corsa finì finalmente sopra un colle, e la valanga non era più piccola del colle
che la sosteneva.
Così, durante
l’estate, quella neve fu l’ultima a sciogliersi al sole.
Questa favola è
detta per quelli che si umiliano: dopo saranno esaltati.
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