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letzte Änderung 29.01.2008
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Inno di Mameli

italienische Nationalhymne

L'inno di Mameli
Fratelli d'Italia…
Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese. Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana.


Il poeta Goffredo Mameli dei Mannelli nasce a Genova il 5 settembre 1827. Studente e poeta precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderisce al mazzinianesimo nel 1847, l'anno in cui partecipa attivamente alle grandi manifestazioni genovesi per le riforme e compone Il Canto degli Italiani. D'ora in poi, la vita del poeta-soldato sarà dedicata interamente alla causa italiana: nel marzo del 1848, a capo di 300 volontari, raggiunge Milano insorta, per poi combattere gli Austriaci sul Mincio col grado di capitano dei bersaglieri. Dopo l'armistizio Salasco, torna a Genova, collabora con Garibaldi e, in novembre, raggiunge Roma dove, il 9 febbraio 1849, viene proclamata la Repubblica. Nonostante la febbre, è sempre in prima linea nella difesa della città assediata dai Francesi: il 3 giugno è ferito alla gamba sinistra, che dovrà essere amputata per la sopraggiunta cancrena. Muore d'infezione il 6 luglio, alle sette e mezza del mattino, a soli ventidue anni. Le sue spoglie riposano nel Mausoleo Ossario del Gianicolo.


Fratelli d'Italia (Brüder Italiens) ist der Titel der Nationalhymne von Italien, normalerweise die "Mameli-Hymne" genannt". Der heute sehr romantisch-altertümlich anmutende Text (1847 geschrieben) stammt von dem patriotischen Studenten Goffredo Mameli (1827 - 1849), die Melodie von seinem Freund und Mitstreiter für die italienische Einheit Michele Novaro (1818 - 1885).

Die italienische Nationalhymne entstand, ähnlich wie die deutsche, in der Mitte des 19. Jahrhunderts, auf dem Hintergrund der romantisch-nationalistischen Bewegungen in Italien und ist nur in ihrem Kontext verständlich. Ihr Text wurde geschrieben unter dem Eindruck der ausbrechenden demokratischen Revolution und des bevorstehenden Freiheitskrieges gegen das Kaiserreich Österreich-Ungarn. Mameli war auch Freund und Kampfgefährte der beiden Führer des italienischen "Risorgimento" Giuseppe Mazzini und Giuseppe Garibaldi. Er starb 1849, gerade 22 Jahre alt, an den Folgen einer Schussverletzung, die er beim Kampf um Rom erlitten hatte.

Obwohl das Lied schon 1862 von Giuseppe Verdi auf eine Stufe mit der englischen Hymne God Save the Queen und der französischen Marseillaise gestellt wurde, wurde mit der Gründung Italiens (1861) der "Königsmarsch" (Marcia Reale) die Nationalhymne. Erst am 12. Oktober 1946, bei der Ausrufung der Republik, wurde das Lied die offizielle Nationalhymne des italienischen Staates.

Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria?
Le porga la chioma,
Che schiava di Roma
Iddio la creò.
Brüder Italiens,
Italien hat sich erhoben,
Und mit dem Helm des Scipio
Sein Haupt geschmückt.
Wo ist die Siegesgöttin?
Sie möge Italien ihr Haupt zuneigen,
Denn als eine Sklavin Roms
Hat Gott sie geschaffen
Refrain:
Stringiamoci a coorte,
Siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
Siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
L'Italia chiamò!
Refrain:
Lasst uns die Reihen schließen,
Wir sind bereit zum Tod,
Wir sind bereit zum Tod,
Italien hat gerufen!
Lasst uns die Reihen schließen,
Wir sind bereit zum Tod,
Wir sind bereit zum Tod,
Italien hat gerufen!
Noi fummo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Wir wurden seit Jahrhunderten
Getreten und ausgelacht,
Weil wir kein Volk sind,
Weil wir geteilt sind.
Es einige uns eine einzige
Flagge, eine Hoffnung:
Dass wir zusammenschmelzen,
Già l'ora suonò.


Refrain

Hat die Stunde schon geschlagen.

Refrain

Uniamoci, uniamoci,
L'unione e l'amore
Rivelano ai popoli
Le vie del Signore.
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti, per Dio,
Chi vincer ci può?


Refrain


Einigen wir uns, Einigen wir uns
Die Einheit und die Liebe
Offenbaren den Völkern
Die Wege des Herrn
Schwören wir
Den Heimatboden zu befreien:
Geeint durch Gott,
Wer kann uns besiegen?


Refrain


Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.


Refrain



Von den Alpen bis Sizilien
Überall ist Legnano
Jeder Mann hat von Ferruccio
Das Herz und die Hand,
Die Kinder Italiens
Heißen Balilla
Der Klang jeder Glocke
Ertönte zur Vesper.


Refrain



Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.


Refrain



Wie Binsen sind jene,
Die gekaufte Schwerter schwingen
Der österreichische Adler
Hat schon die Federn verloren.
Das Blut Italiens,
Das Blut Polens
Hat er mit dem Kosaken getrunken.
Aber sein Herz ist verbrannt.


Refrain

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