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IL TOPO DI CITTA E IL TOPO DI CAMPAGNA

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IL TOPO DI CITTÀ E IL TOPO DI CAMPAGNA

DIE STADTMAUS UND DIE LANDMAUS

 

UNA VOCE - Un certo signor topo, riccone ed azzimato, andò a trovare, un

giorno, un suo parente che viveva in campagna sobriamente.

E tanto disse che lo persuase a trasferirsi nella gran città... Ma come finisce

la storia or si vedrà...

 

PRIMO TEMPO La visita

Una stanza arredata semplicemente. L’uscio è aperto sulla campagna. Ad

un tratto arriva un giovane topo ben vestito e col cappello a bombetta.

Topo di città – È permesso? Si può?

Topo di campagna – Chi è? ... Ah! Se non sbaglio tu sei il mio cugino di

città, Gastone Sorcetti.

Topo di città – Alla buon'ora: mi hai riconosciuto! E tu sei Billo Pancetta, il

cugino pacioccone col quale giocavo da ragazzo. (Si abbracciano.) Sai

che ti trovo proprio bene.

Topo di campagna – Eh, col buon formaggio di campagna e l'aria pura si sta

benone. Tu, invece, mi sembri magro e patito.

Topo di città – La vita dinamica della città non fa certamente molto bene,

caro mio!

Topo di campagna – Adesso, però, basta con le chiacchiere. Accomodati e

mangia un boccone con me.

Il topo di città si toglie il cappello e si siede a tavola con il cugino, davanti

a una bella forma di pecorino quasi intera.

Topo di città – Che roba è?... Ha un odore che non mi va.

Topo di campagna – È formaggio pecorino, di quello buono.

Topo di città – Sarà... ma l’odore è un po' troppo forte. Sai, sono abituato a

ben altro, io! (Assaggia un boccone) Uh, che disgusto! È proprio un

formaggio rustico! I formaggi che mangio io sono delicati e bianchi come

la panna montata.

Topo di campagna – Davvero?... Sono mortificato, ma non ho altro da offrirti.

Se non sdegni qualche cipolla o qualche carota da rosicchiare...

Topo di città – Per carità! Mi guasterei l'alito e non potrei andare al balIo di

madama Topa Bianca.

Topo di campagna – Al ballo?

Topo di città – Caro mio, io frequento la migliore società e vado spesso a

balli e a banchetti.

Topo di campagna – A banchetti?...

Topo di città – Sicuro! E che banchetti...

Topo di campagna – Stento quasi a crederti...

Topo di città – Ah, mi puoi credere benissimo! Pensa che ho sempre a mia

disposizione creme, intingoli, formaggi delle migliori marche, e tante altre

cose prelibate. Sai che ti dico? Vieni con me in città: sarai mio ospite per

qualche settimana. E se ti troverai bene potrai restare per sempre. Vuoi

venire?

Topo di campagna – Veramente io...

Topo di città – Lascia perdere la campagna... Dai retta a me; vieni in città e

starai più che benone. Diventerai ricco come me.

Topo di campagna – Quasi quasi mi hai convinto... Vengo... Sì, vengo!

 

SECONDO TEMPO In casa di Gastone

La stanza da pranzo di una casa signorile. Nel mezzo c’è una grande tavola

imbandita. I due topolini sono a terra, in un angolo dove si vede un buco.

Topo di campagna – Che buon odorino!...

Topo di città – E ancora non hai sentito il sapore... Prima voglio darti un

avvertimento: tieni gli occhi aperti e le orecchie tese al minimo rumore.

Topo di campagna – Perché?

Topo di città – Potrebbe venire all'improvviso qualcuno: Mustafà, per

esempio.

Topo di campagna – Mustafà?

Topo di città – Ma sì, Mustafà, il gatto di casa.

Topo di campagna – Misericordia: un gatto!

Topo di città – Beh, ogni medaglia ha il suo rovescio... Vorresti forse

pretendere di mangiare tante buone cose senza rischiare nulla?

Topo di campagna – Nella cantina in cui vivo io non ci sono gatti...

Topo di città – Stai calmo: ti insegnerò io come si sfugge alle grinfie del

gatto. Adesso vieni a gustare un ottimo brodo di carne.

I due topolini salgono sulla tavola. Ma non hanno ancora bevuto un solo

sorso che Gastone dà l’allarme.

Topo di città – Presto, scappiamo: viene Mustafà!

ll gatto passa, ma per fortuna i due topolini sono già al sicuro dentro al buco

dell'angolo. Dopo alcuni minuti si riaffacciano, con aria spaventata.

Guardano a destra e a sinistra con circospezione. Soprattutto Billo trema di

paura.

Topo di campagna – Ho il cuore in gola... Tremo tutto!...

Topo di città – Beh, ormai è passata... Fra poco potremo tornare su quella

splendida tavola imbandita.

Topo di campagna – Veramente...

Topo di città – Hai ancora paura? Tremi per così poco? Io, ormai ci ho fatto

l'abitudine. Vieni, ci aspetta un formaggio sopraffino.

I due topolini salgono di nuovo sulla tavola, osservano per un instante, i cibi

prelibati esposti con arte… non sanno che cosa scegliere, tutto è invitante.

Ma ad un tratto si ode un rumore: questa volta è la porta della stanza che

sbatte con forza: “Bumm!”.

Topo di campagna – Siamo perduti! Io scappo...

Topo di città – Zitto, sciocchino! È solo il cuoco che viene a dare

un'occhiatina: basterà nascondersi dietro il cestino del pane... Fa’ piano,

però.

Cuoco – Mi pareva di aver sentito un rumore di topi... Se li scopro, li concio

per le feste... Mustafà, vieni un po'qui!

Topo di campagna – Brrr!... Brrr!...

Topo di città – Sssst! Non tremare così: vuoi che ci scopra?

Il cuoco esce e i due topolini, ancora tremanti, tentano di mangiare

qualcosa. Gastone invita Billo ad assaggiare il prosciutto affettato, ma

l’improvviso ingresso di una cameriera con la scopa in mano li mette

definitivamente in fuga.

Cameriera – Dove sono i topi? Eccoli... eccoli, che scappano... Ah, si sono

nascosti in quel buco!... Aspetta me... so ben io come prenderli! Adesso

non mancano davvero i modi per eliminare i topi… e poi c'è Mustafà...

Vado a chiamarlo...

 

TERZO TEMPO Il ritorno di Billo

La grande tavola della stanza da pranzo è sparecchiata. Nella casa regna il

silenzio assoluto. Tutti dormono. I due topolini si avviano verso la porta

semiaperta.

Topo di città – Allora, sei proprio deciso a ritornare in campagna, nella tua

cantina buia e con le tue cose rustiche?

Topo di campagna – Decisissimo, cugino: I'aria di città non è fatta per me. E

poi..., avrei sempre paura di morire d'infarto. Hai detto proprio giusto: la

vita dinamica non fa troppo bene... Perciò me ne torno alla sana e

pacifica vita della campagna.

Topo di città – Come vuoi... Non insisto...

Topo di campagna – Ti saluto, caro Gastone! E ricordati: quando sarai

stanco delle persecuzioni di Mustafà, del cuoco e della cameriera non

dovrai fare altro che venire da me.

Topo di città – Verrei, verrei volentieri... solo che non sopporto il tuo pecorino

e le tue cipolle...

Topo di campagna – Capisco... Io, invece, non sopporto i baffi del gatto e i

ritrovati moderni per eliminare i topolini come me. Arrivederci...

I due topolini si abbracciano. Poi Billo, con un fagottino legato ad un

bastone, esce dalla porta semiaperta… Gastone lo saluta.

Una voce – Che vale nuotar nell’abbondanza, avere soldi e beni in quantità

se poi ti mancan le più belle cose: la sicurezza e la tranquillità?

 

M. MortilIaro

 

 

 

 

EINE STIMME – Ein gewisser Herr Gastone Sorcetti, steinreich und piekfein,

ging eines Tages einen Verwandten besuchen, der bescheiden auf dem

Lande lebte. Er sprach so viel, bis er diesen überredet hatte, in die Grossstadt

umzuziehen. …Wir werden sehen, wie die Geschichte endete.

 

ERSTER AKT: DER BESUCH

Ein schlicht eingerichtetes Zimmer. Die Haustür ist geöffnet. Eine gut

gekleidete junge Maus mit einer Melone auf dem Kopf kommt herein.

STADTMAUS – Ist es gestattet ? Darf ich?

LANDMAUS – Wer ist da?... Ah! Wenn ich mich nicht irre, bist du mein

Cousin aus der Stadt, Gastone Sorcetti.

STADTMAUS – Ah, schön, dass du mich erkennst! Und du bist Billo

Pancetta, der gutmütige Cousin, mit dem ich als Kind gespielt habe. (Sie

umarmen sich.) Weisst du, du siehst wirklich gut aus!

LANDMAUS – Na ja, mit dem guten Landkäse und der sauberen Luft lebt

man ausgezeichnet. Du hingegen scheinst mir dünn und schmächtig

geworden zu sein.

STADTMAUS – Das hektische Leben in der Stadt tut bestimmt nicht sehr

gut, mein Lieber!

LANDMAUS – Jetzt aber Schluss mit dem Gerede. Nimm Platz und iss eine

Kleinigkeit mit mir.

Die Stadtmaus nimmt ihren Hut ab und setzt sich mit dem Cousin an den

Tisch; vor ihnen steht ein schönes Stück Pecorino (italienischer

Schafskäse), das noch fast unberührt ist.

STADTMAUS Was ist das denn für ein Zeug?... Diesen Geruch ertrage ich

nicht.

LANDMAUS – Es ist Pecorino, vom besten.

STADTMAUS – Mag schon sein... aber der Geruch ist etwas gar stark.

Weisst du, da bin ich mir anderes gewöhnt! (Nimmt einen Bissen.) Uh,

ekelhaft! Das ist wirklich ein Landkäse! Die Käsesorten, die ich esse, sind

mild und weiss wie Schlagrahm.

LANDMAUS – Wirklich?... Es tut mir sehr Leid, aber ich kann dir nichts

anderes anbieten. Vielleicht möchtest du einige Zwiebeln oder Karotten

zum Knabbern...

STADTMAUS – Um Gottes willen! Da würde ich mir meinen Atem verderben, und ich

 könnte nicht an den Ball von Madame Topa Bianca gehen.

LANDMAUS – An den Ball?

STADTMAUS – Mein Lieber, ich verkehre in den besten Kreisen und gehe

oft an Bälle und Bankette.

LANDMAUS – An Bankette?

STADTMAUS – Klar! Und was für Bankette!

LANDMAUS – Ich kann es kaum glauben.

STADTMAUS – Ah, du darfst mir gern glauben! Denk mal, bei mir gibt es

immer Cremen, Saucen, Käse der besten Marken und viele andere

leckere Sachen. Weisst du was? Komm mit mir in die Stadt: Du wirst für

einige Wochen mein Gast sein. Und wenn es dir gefällt, kannst du für

immer bleiben. Kommst du mit?

LANDMAUS – Aber ich...

STADTMAUS – Lass doch das Land... Hör mir gut zu: Komm in die Stadt,

und es wird dir mehr als gut gehen... Du wirst reich werden wie ich.

LANDMAUS – Du hast mich fast schon überzeugt... Ich komme... Ja, ich

komme!

 

ZWEITER AKT: BEI GASTONE ZU HAUSE

Das Esszimmer in einem herrschaftlichen Haus. In der Mitte steht ein

gedeckter Tisch. Die zwei Mäuschen sind auf dem Boden, in einer Ecke, wo

man ein Loch sieht.

LANDMAUS – Welch angenehmer Geruch!

STADTMAUS Und die Kostprobe kommt erst noch... Zuerst muss ich dich

aber warnen: Halt die Augen geöffnet und spitze die Ohren!

LANDMAUS – Warum?

STADTMAUS – Es könnte sein, dass plötzlich jemand kommt. Mustafa zum

Beispiel.

LANDMAUS – Mustafa?

STADTMAUS Aber ja, Mustafa, der Hauskater.

LANDMAUS – O Gott: ein Kater!

STADTMAUS Nun, das ist die Kehrseite der Medaille... Verlangst du etwa,

all diese feinen Sachen ganz ohne Risiko essen zu können?

LANDMAUS – Im Keller, wo ich lebe, gibt es keine Katzen...

STADTMAUS Beruhige dich: Ich werde dir zeigen, wie man den Krallen

des Katers entflieht. Jetzt komm her und koste diese wunderbare Fleischbrühe.

Die zwei Mäuschen klettern auf den Tisch. Aber bevor sie einen einzigen

Schluck von der Brühe getrunken haben, schlägt Gastone schon Alarm.

STADTMAUS Schnell, hauen wir ab: Mustafa kommt!

Der Kater geht vorbei, aber zum Glück sind die zwei Mäuschen schon in

dem Loch in der Ecke in Sicherheit. Nach einigen Minuten zeigen sie sich

wieder, mit verängstigter Miene. Sie schauen vorsichtig nach links und nach

rechts. Vor allem Billo zittert vor Angst.

LANDMAUS – Das Herz schlägt mir bis zum Hals... Ich zittere am ganzen Leib!...

STADTMAUS Schon gut, jetzt ist es vorbei... Bald können wir auf den

Tisch zurückkehren.

LANDMAUS – Aber eigentlich...

STADTMAUS Hast du immer noch Angst? Und zitterst wegen so einer

Kleinigkeit? Ich habe mich längst daran gewöhnt. Komm, uns erwartet ein

ganz feiner Käse.

Die zwei Mäuschen klettern wieder auf den Tisch, beobachten für einen

Augenblick die kunstvoll hergerichteten Speisen, sie wissen überhaupt nicht,

wo anfangen, alles ist so einladend. Plötzlich hört man einen Lärm. Diesmal

ist es die Zimmertüre, die heftig zuschlägt: «Bumm!»

LANDMAUS – Wir sind verloren ! Ich verschwinde...

STADTMAUS Ruhe, du Dummkopf! Es ist nur der Koch, der einen Blick

hineinwirft: Es reicht, wenn wir uns hinter dem Brotkorb verstecken, aber leise.

KOCH Mir scheint, ich habe ein Mäusegeräusch gehört... Wenn ich die

entdecke, werde ich sie übel zurichten... Mustafa, komm mal her!

LANDMAUS – Brrr!... Brrr!

STADTMAUS Pst! Zittere nicht so: Willst du etwa, dass er uns entdeckt?

Der Koch verlässt das Zimmer, und die zwei Mäuschen, immer noch

zitternd, versuchen etwas zu essen. Gastone fordert Billo auf, den in

Scheiben geschnittenen Schinken zu probieren, aber das überraschende

Eintreten der Serviertochter mit einem Besen in der Hand schlägt sie

endgültig in die Flucht.

SERVIERTOCHTER – Wo sind die Mäuse? Da sind sie… Da sind sie und

laufen weg. Ah, sie haben sich in dem Loch dort versteckt! Wartet nur…

Ich weiss schon, wie ich euch erwische! Mir fehlt es bestimmt nicht an

Mitteln, mit diesen Mäusen aufzuräumen. Und dann ist ja auch noch

Mustafa da. Ich gehe ihn holen.

 

DRITTER AKT: BILLOS RÜCKKEHR

Der grosse Tisch im Esszimmer ist abgeräumt. Im Haus herrscht absolute

Ruhe. Alle schlafen. Die zwei Mäuschen begeben sich zur halb offenen Türe.

STADTMAUS – Bist du wirklich entschlossen, auf das Land zurückzukehren,

in deinen dunkIen Keller und zu deinem ländlichen Kram?

LANDMAUS – Fest entschlossen, lieber Cousin, die Stadtluft bekommt mir

nicht. Und zudem… Ich hätte immer Angst, an einem Herzinfarkt zu

sterben. Du hast es schon richtig gesagt: Das hektische Leben tut nicht

so gut... Darum kehre ich zum gesunden und friedlichen Landleben zurück.

STADTMAUS – Wie du willst… Ich will dich nicht drängen!

LANDMAUS – Ich grüsse dich, lieber Gastone! Und denk daran: Wenn du es

satt hast, von Mustafa, dem Koch und der Serviertochter verfolgt zu

werden, brauchst du nichts anderes zu machen, als zu mir zu kommen.

STADTMAUS – Ich würde gern kommen, ich würde schon gern… Aber ich

ertrage deinen Pecorino und deine Zwiebeln nicht.

LANDMAUS – Ich verstehe schon. Ich hingegen ertrage den Schnurrbart

von Katzen nicht und die raffinierten Mittel, um Mäuschen wie mich aus

dem Weg zu räumen. Auf Wiedersehen...

Die zwei Mäuschen umarmen sich. Dann geht Billo, ein kleines Bündel an

seinen Spazierstock gebunden, zur halb offenen Tür hinaus. Gastone grüsst ihn.

EINE STIMME – Was nützt es, im Überfluss zu schwimmen, Geld zu haben

und Güter in Hülle und Fülle, wenn die schönsten Sachen fehlen: die

Sicherheit, die Ruhe und die Stille.

 

M. Mortillaro

 

 

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