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letzte Änderung 21.09.2008
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IL GIOVANE GAMBERO

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IL GIOVANE GAMBERO

DIE GESCHICHTE VOM JUNGEN KREBS

 

Un giovane gambero pensò: «Perché nella mia famiglia tutti camminano all'indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco». Cominciò ad esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni I'impresa gli costava moltissima fatica. Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l'altra. Ma un po' alla volta le cose andarono meglio, perché tutto si può imparare, se si vuole. Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: - State a vedere. E fece una magnifica corsetta in avanti. - Figlio mio, - scoppiò a piangere la madre,- ti ha dato di voIta il cervello? Torna in te, cammina come tuo padre e tua madre ti hanno insegnato, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene. I suoi fratelli però non facevano che sghignazzare. Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse: - Basta così. Se vuoi restare con noi, cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua, il ruscello è grande: vattene e non tornare più indietro. Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abbracciò la madre, salutò il padre e i fratelli e si avviò per il mondo. Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane che da brave comari si erano radunate a far quattro chiacchiere intorno a una foglia di ninfea. - Il mondo va a rovescio, - disse una rana, - guardate quel gambero e datemi torto, se potete. - Non c'è più rispetto, - disse un'altra rana. - Ohibò, ohibò, - disse una terza. Ma il gamberetto proseguì diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall'espressione malinconica che se ne stava tutto solo accanto a un sasso. - Buon giorno, - disse il giovane gambero. Il vecchio Io osservò a lungo, poi disse: - Cosa credi di fare? Anch'io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco che cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua piuttosto che rivolgermi la parola. Fin che sei in tempo, dà retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio. Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava: «Ho ragione io». E salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino. Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: - Buon viaggio!

 

Gianni Rodari

 

 

Ein junger Krebs dachte bei sich: "Warum gehen alle Krebse in meiner Familie immer rückwärts? Ich will vorwärts gehen lernen wie die Frösche, und mein Krebsschwanz soll mir abfallen, wenn ich es nicht fertig bringe." Heimlich begann er zwischen den grossen Steinen seines Bächleins zu üben. In den ersten Tagen kostete ihn dieses Unternehmen ungeheure Kräfte. Überall stiess er an und  erbeulte seinen Krebspanzer, unaufhörlich trat er mit einem Bein auf das andere. Aber von Mal zu Mal ging es ein bisschen besser. Alles kann man lernen, wenn man will. Als er seiner Sache sicher war, stellte er sich vor die Familie und sagte: "Jetzt schaut mir einmal zu!" Er machte einen ganz prächtigen kleinen Lauf vorwärts. "Sohn", brach da seine Mutter in Tränen aus, "bist du denn ganz verdreht? Komm doch zu dir – gehe so, wie es dich dein Vater und deine Mutter gelehrt haben. Gehe wie deine Brüder, die dich alle lieben." Seine Brüder jedoch lachten ihn nur aus. Der Vater schaute ihn eine gute Weile streng an und sagte dann: "Schluss damit. Wenn du bei uns bleiben willst, gehe wie alle Krebse. Rückwärts! Wenn du aber nach deinem eigenen Kopf leben willst – der Bach ist gross – geh fort und komm nie mehr zu uns zurück!" Der brave, junge Krebs hatte alle zwar sehr lieb, aber er war sich seiner Sache so sicher, dass ihm nicht die geringsten Zweifel kamen. Er umarmte seine Mutter, sagte "Lebewohl" zu seinem Vater und zu seinen Brüdern und machte sich auf in die Welt. Er kam an einem Grüppchen Kröten vorüber, die unter den Blättern einer Wasserlilie hockten und schwatzten. "Jetzt geht die Welt verkehrt herum", sagte eine dicke Kröte, "schaut euch nur diesen Krebs an!" "Ja, Respekt gibt es überhaupt nicht mehr", sagte eine andere. "Pfui, pfui", sagte eine dritte. Doch der junge Krebs ging – im wahrsten Sinne des Wortes – geradeaus seinen Weg weiter. Plötzlich hörte er, wie ihn ein alter Krebs rief. Der sah ganz melancholisch aus und hockte allein neben einem Stein. "Guten Tag", sagte der junge Krebs. Der Alte betrachtete ihn lange, schliesslich sagte er: "Was willst du damit erreichen? Als ich noch jung war, wollte auch ich den Krebsen das Vorwärtsgehen beibringen. Sieh mal, was mir das eingebracht hat: Ich muss allein leben, und die Krebse würden sich lieber die Zunge abbeissen, als ein Wort mit mir zu reden. – Hör auf mich, solange noch Zeit ist! Gib's auf und lebe wie die anderen! Eines Tages wirst du mir für meinen Rat dankbar sein!" Der junge Krebs wusste nicht, was er antworten sollte, und blieb stumm. Aber er dachte: "Ich habe Recht!" Er grüsste den Alten höflich und setzte stolz seinen Weg fort. Ob er weit kommt? Ob er sein Glück macht? Ob er alle schiefen Dinge dieser Welt gerade richtet? Wir wissen es nicht, weil er noch mit dem gleichen Mut und der gleichen Entschiedenheit dahinmarschiert wie am ersten Tag. Wir können ihm nur von ganzem Herzen "Gute Reise" wünschen.

 

Gianni Rodari

 

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