Dem italienischen Leser ist Frau Böck, die auf dem Gebiet der Flüchtlingshilfe aktiv ist, wahrscheinlich nicht bekannt.
Eine italienische Webseite mit Schwerpunkt Emigration veröffentlicht eine Dokumentation über diese mutige alte Dame.
1976 wurde sie Leiterin eines Gesellheims in der Zohmanngasse in Wien, wo heute ihr Haus für Asylwerber steht.
Waren es zunächst Kinder aus Gastarbeiterfamilien, so kamen später auch unbegleitete minderjährige Flüchtlinge aus Kriegsgebieten.
Wussten SozialarbeiterInnen nicht weiter, schickten sie die Jugendlichen "zur Bock", weil bei ihr keiner - egal woher er stammte - abgewiesen wurde.
2004 wurde sie von der Tageszeitung „Die Presse“ als eine von fünf „ÖsterreicherInnen des Jahres“ in der Kategorie ‚soziales Engagement‘ nominiert.
Ihr anfänglich kleines Wohnprojekt umfasst heute mittlerweile rund 60 Wohnungen in Wien, in denen sie über 310 Menschen betreut.
Zusätzlich hat sie für mehrere hundert AsylwerberInnen, die keinerlei staatliche Unterstützung erhalten, aber auch nicht arbeiten dürfen, zumindest eine Meldeadresse und juristische Beratung organisiert, damit sie ihre Asylverfahren weiterführen können.
"Früher hab' ich meinen Leuten Fahrscheine gekauft, heute überleg' ich mir, ob ich mir zu Mittag eine Wurstsemmel leisten soll oder nicht", sagt sie über ihre momentane Situation.
Probabilmente la signora Böck, che è attiva nel campo della assistenza ai profughi, è sconosciuta al lettore italiano.
Un sito web italiano concentrandosi sull’emigrazione/rivolgendo particolare attenzione all’emigrazione pubblica un documentario su questa signora anziana/vecchia signora/vecchietta coraggiosa.
Nel 1976 divenne Direttrice presso una struttura comunale dove si tenevano corsi di avviamento professionale per adolescenti in difficoltà nella Zohmangasse a Vienna, dove oggi offre alloggio ai rifugiati.
Fin dall’inizio degli anni ’90 l’ufficio assistenza ai minorenni mandava adolescenti stranieri da Ute Böck.
All’inizio erano bambini da famiglie di operai, ma più tardi venivano anche profughi minori non accompagnati di zone di guerra.
Se gli operatori sociali erano a un punto di stallo, hanno mandato i giovani “da Bock”, perché lei non diceva mai di no – prescindendo dal contesto da cui provengono.
Nel 2004 il giornale "Die Presse" l'ha nominata tra i cinque più importanti "Austriaci dell'Anno" nella categoria “impegno sociale”.
Il suo progetto alloggiativo inizialmente piccolo comprende oggi circa 60 appartamenti a Vienna, in cui si occupa di più di 310 persone.
Inoltre, ha organizzato un indirizzo e consiglio legale per diverse centinaia di immigranti, che non ricevono sostegno sociale e che non possono lavorare, affinché possano ricevere documentazione importante relativa a richieste di asilo.
ll Progetto Rifugiati di Ute Bock è finanziato principalmente tramite la sua retta, il suo risparmio, montepremi e donazioni.
“Una volta ho comprato biglietti per i miei clienti, oggi devo pensare se possa permettermi un panino o no”, racconta della sua situazione attuale.